Alto Mantovano – “Depuratore, stop all’iter”. Gli enti si mettono in mezzo

ALTO MANTOVANO Comuni e Provincia di mettono di traverso e chiedono alla Provincia di Brescia e agli altri enti coinvolti l’immediato stop all’iter di decisionale riguardo il maxi depuratore della sponda bresciana del Lago di Garda. La lettera che da Palazzo di Bagno partirà all’indirizzo del Broletto verrà scritta tra oggi e dopodomani.
È questo l’esito del confronto che si è svolto ieri appunto tra la Provincia e i Comuni che si trovano lungo l’asta del Chiese e del Mincio, ovvero i due corsi d’acqua che in un modo o nell’altro potrebbero venire interessati dallo scarico delle acque di depurazione.
A convocare l’incontro il vicepresidente della Provincia  Paolo Galeotti, accompagnato nell’occasione dalla consigliera con delega all’ambiente  Angela Zibordi e dal responsabile del servizio Acque della Provincia  Sandro Bellini. «Ciò che chiediamo – spiega Galeotti – è di essere coinvolti. Qualunque soluzione venga adottata, sono previste ricadute sulla provincia di Mantova e in particolare sull’Alto Mantovano. Non ci presentiamo come enti che si pongono in contrasto al progetto del depuratore: sappiamo bene che il depuratore serve. Però chiediamo di essere coinvolti e di poter valutare anche noi quale sia la soluzione migliore soprattutto a livello ambientale. Per questo motivo – conclude Galeotti – di Provincia e Comuni chiedono ufficialmente alla Provincia di Brescia di fermare l’iter e di condividere con noi i progetti». I tempi però stringono: la decisione potrebbe arrivare a giorni.
Tra tutti sindaci e gli enti (Garda Chiese, Parco del Mincio, Colline Moreniche), il più agguerrito di tutti è il sindaco di Castiglione  Enrico Volpi. Il quale ha annunciato di essere già d’accordo con il suo omologo di Lonato  Roberto Tardani: nel caso la situazione si mettesse male, i due sono già pronti a chiedere l’intervento del Governo per consegnare tutta la partita a un commissario super partes: «Quella in atto – tuona Volpi – è una presa in giro. Le decisioni di Brescia non sono oggettive ma di natura politica: per non scontentare i loro sindaci e comitati, c’è la pretesa di scaricare le acque del Garda tra Bassa Bresciana e Alto Mantovano senza nemmeno coinvolgerci».