Anche la Casbah si unisce al grido di dolore dei luoghi di cultura

PEGOGNAGA – Si chiama “Ultimo Concerto” ed è la campagna che in questi ultimi giorni sta riempiendo le homepage dei principali social network. Un’iniziativa che si inserisce in un ampio contesto di realtà italiane che sono considerate, erroneamente, dalla politica e dall’opinione pubblica come luoghi di “movida” e quindi come superficiali e secondarie. Sono i luoghi su cui si è abbattuta maggiormente la scure delle chiusure previste nei Dpcm, senza però avere un orizzonte di riapertura. Luoghi in cui si fa cultura, aggregazione e in cui si promuovono le arti e che, con l’iniziativa “Ultimo Concerto”, stanno cercando di sensibilizzare l’attenzione collettiva su questo problema: il 2021 sarà l’anno delle ripartenze? Ci sarà un ultimo concerto o c’è già stato? L’hashtag #ultimoconcerto accompagnato dalla foto di un evento o di uno spettacolo del passato; in altre parole, un campanello d’allarme a forma di post. Particolarmente attivi, in questo senso, sono i volontari e tutti coloro che hanno avuto modo di frequentare e di vivere in prima persona i tantissimi eventi culturali promossi dalla Casbah dal 1982 ad oggi; di tutto questo, che cosa ne pensano al circolo di Pegognaga? La risposta arriva dal presidente della Casbah, Mattia Lui: «Le associazioni culturali come la nostra ed i luoghi di cultura più in generale, che pure sono in fondo alla lista delle priorità già da prima del Covid-19, svolgono un ruolo fondamentale nella società. Sono luoghi di socialità, di contatto, di umanità, ma anche di scambio di idee; posti come la Casbah sono anche laboratori artistici e di civismo, in particolare per ragazzi e giovani, spesso dimenticati da chi ci governa. Questa situazione, gravissima per tutti, potrebbe risultare fatale per questo mondo fondamentale, anche per questo motivo siamo a bordo di questa campagna di sensibilizzazione nazionale». Protesta pacifica o flash mob web che dir si voglia, questo è un grido che dovrebbe destare davvero tutta la società: senza cultura e senza tutto ciò che gravita intorno ad essa, l’orizzonte degli eventi è tutto fuorché roseo.