Borgo Virgilio, scintille tra Mori e Aporti sulla lista del Partito Comunista

BORGO VIRGILIO La “prima” del nuovo sindaco di Borgo Virgilio  Francesco Aporti  ha avuto un risvolto polemico ad inizio seduta quando il capogruppo della lista “Partecipazione e Responsabile”,  Gino Mori , ha chiesto la parola per leggere una dichiarazione legata alla presentazione della lista del Partito Comunista capeggiata dalla candidata  Monica Perugini . «Non si può soprassedere su un fatto inaspettato che si è verificato in extremis alla presentazione delle liste e che non ha mancato di sollevare perplessità. Mi riferisco – ha spiegato Mori – alla presentazione della lista “Partito Comunista” che ha raccolto più di 100 sottoscrittori residenti nel Comune ma con un solo un candidato locale». Perplessità sfociate nell’accesso agli atti da parte dello stesso Mori. «Tali atti – prosegue il capogruppo di opposizione – includono l’elenco dei sottoscrittori per la suddetta lista e, per quanto la dicitura dei nomi sia stata omessa, risulta in modo inequivocabile dalle firme leggibili e note che tra i sottoscrittori figurano numerosi componenti della Lista “Insieme per Borgo Virgilio – Aporti Sindaco”. Questa è la conferma che il Partito Comunista altro non era che una lista civetta, uno stratagemma che francamente ho trovato scorretto». Dello stesso tenore le parole della collega  Cristina Soranzo : «Autenticare una firma è un conto, sottoscrivere un’altra lista è tutt’altra cosa. Se la democrazia si esprime con questi giochetti, allora la maggioranza ha un concetto alquanto distorto del termine». Per il consigliere della lista Partecipazione e Responsabilità «tali prassi inquinano la democrazia e non andrebbero premiate». Non si è fatta attendere la replica del sindaco Aporti, peraltro molto dura. «Al di là del fatto che eventualmente non ci sarebbe nulla di male nel sottoscrivere o autenticare una lista, questa polemica è la fotografia della sinistra dalla doppia morale: democratica – ovviamente solo a parole – quando le conviene, ma pronta a puntare il dito quando le cose le vanno male». Tesi supportata dal fatto che i 181 voti ottenuti dal Partito Comunista non hanno avuto alcuna influenza sul risultato finale. «Dato che la matematica non è un’opinione ricordo che il distacco tra la nostra lista e quella rappresentata da Mori è stato di 905 voti, perciò mi sento di stigmatizzare questo atteggiamento probabilmente dettato dalla rabbia per l’esito elettorale». «Francamente – aggiunge il primo cittadino – attaccarsi a cose del genere è sintomatico di come la sinistra persista nel voler dare l’idea di una superiorità morale rispetto agli altri. Ma non sono sorpreso, considerando che in campagna elettorale Mori non perdeva occasione per ribadire che la sua era una lista civica quando tutti sapevano che era espressione del Pd».

Matteo Vincenzi