Caldo e Lucifero, produzione di latte in diminuzione

MANTOVA – Dai cali di produzione del latte a una minore ingestione di alimenti da pare di bovine stressate dal caldo, con la conseguenza che gli allevatori, per cercare di far aumentare l’appetito al bestiame, devono somministrarlo più volte, con aumento dei costi. È la morsa di Lucifero nelle stalle, che porta, secondo una stima di Coldiretti Mantova, a un calo compreso fra il 5% e il 15%, a seconda elle soluzioni di raffrescamento adottate nelle strutture.

“Con queste giornate, dove le temperature raggiungono anche i 40 gradi – spiega Gabriele Gorni Silvestrini, allevatore di Coldiretti con 600 capi in stalla e una produzione di latte destinata al Grana Padano – il calo di produzione si aggira intorno al 5% per chi ha doccette e sistemi di ventilazione efficienti e, per fortuna, ormai sempre più diffusi per garantire il benessere animale, ma è innegabile che anche gli animali soffrano le elevate temperature esattamente come noi uomini.
I cali produttivi di latte si spingono fino al 10-15% per chi non ha sistemi adeguati di raffrescamento”.

Simone Minelli, allevatore di Motteggiana con una produzione lattiera destinata al Parmigiano Reggiano, sottolinea un altro aspetto.
“Il caldo eccessivo crea problemi di fertilità fra le bovine – dice – ma per valutare quale sarà l’impatto sulle gravidanze si dovranno attendere i mesi successivi. Oltre a questo, naturalmente, nella zona dobbiamo fare i conti con diminuzioni fino al 15% delle produzioni, con minori introiti per gli allevamenti. Cerchiamo di sopperire all’ondata di calore con acqua nebulizzata e ventilatori e riducendo gli amidi nella razione alimentare standard”.

L’impegno degli allevatori è massimo per garantire il benessere animale in un momento di difficolà meeo-climatica.
Tutto questo – afferma Coldiretti Mantova – comporta per le aziende zootecniche un aumento dei costi alla stalla, per i maggiori consumi di acqua ed energia.
Anche nei campi gli agricoltori sono fortemente impegnati, in queste giornate di caldo bollente, per scongiurare, attraverso l’irrigazione, lo stress idrico delle colture, in primis mais e soia, le colture più esigenti di acqua.