Castel d’Ario – Elettrodomestici e sanitari dismessi: una discarica a cielo aperto

CASTEL D’ARIO Niente da fare. L’inciviltà, il disprezzo e il menefreghismo per il bene comune non conoscono limiti. Solo una settimana fa raccontavamo dalle pagine del nostro giornale la lodevole iniziativa di un gruppo di giovani di Castel d’Ario che avevano deciso di ritrovarsi nei weekend per ripulire il paese dai rifiuti abbandonati (in una sola giornata, tanto per dare la dimensione di cosa c’è in giro, erano riusciti a raccogliere 22 sacchi d’immondizia), che purtroppo ci troviamo nuovamente a dover documentare gesti di quotidiana inciviltà come quello avvenuto qualche giorno fa in strada Ronchesana, sempre a Castel d’Ario, dove ignoti hanno pensato di disfarsi dei loro rifiuti gettandoli oltre la banchina stradale. Ma insieme ai sacchi di pattume, quanto hanno trovato alcuni cittadini mentre camminavano per le campagne casteldariesi è qualcosa di irriguardoso: secchi di colore, sanitari dismessi, pannelli in plastica, elettrodomestici. Le foto, in seguito postate sui social, hanno suscitato lo sdegno generale. Ma l’aspetto più disarmante di questi comportamenti sta proprio nella totale mancanza di senso civico e rispetto verso l’ambiente. L’identikit di queste persone che evidentemente pianificano il “misfatto” si differenzia tra gli “irriducibili”, talmente insolenti da gettare l’immondizia lungo i fossi o in mezzo alla vegetazione pur di non eseguire correttamente la raccolta differenziata o depositarla nella piazzola ecologica del paese e quelli che arrivano con auto i furgoni per scaricare materiale inquinante e apparecchiature elettroniche. Sconfinando nella vicina provincia di Verona la situazione non cambia. Basta spostarsi nella periferia di Sorgà e percorrere via Gamandone per imbattersi in piccole discariche a cielo aperto. «Non un caso isolato», riferiscono i residenti della zona, «perché ogni volta che usciamo per una passeggiata vediamo di tutto a fianco del ciglio stradale: vetri, barattoli, pezzi di polistirolo ma anche sacchi di plastica pieni di immondizia».

Matteo Vincenzi