CASTEL D’ARIO Ancora furti di rame e bronzo nei cimiteri della provincia. Questa volta ad entrare nel mirino degli “sciacalli” di turno è stato il cimitero di Castel d’Ario. La banda di ladri ha probabilmente scavalcato la recinzione laterale nella notte tra lunedì e martedì e si è impossessata di una dozzina di vasi dai loculi di un’ala del complesso. Per staccare i contenitori, avvitati alle basi di marmo dei vani murari per evitare di farli cadere e per disincentivare i vandali, i ladri non sono andati troppo per il sottile: li hanno divelti provocando dei danni alle lastre. Il gesto, già segnalato ai carabinieri, ha generato la condanna unanime di amministrazione e cittadini. Qualcosa di ancor più odioso e preoccupante si era verificato lo scorso fine aprile nella vicina Nogara. Come documentato dal nostro giornale, il camposanto di via Maso era diventato oggetto di una serie di episodi a dir poco aberranti perpetrati da gruppi di nordafricani. Chi lo visita abitualmente aveva denunciato risse e bivacchi tra le tombe. Persino nei sotterranei, incutendo timore a donne e anziani. Alcuni ragazzi erano stati sorpresi a darsele di santa ragione, altri a sfrecciare con i monopattini tra i viottoli della struttura, altri ancora a fare i loro bisogni tra le lapidi. Senza contare le bottiglie vuote di birra e alcolici che puntualmente i custodi sono costretti a raccogliere al mattino, segno evidente di una totale mancanza di rispetto verso un luogo sacro. Un sentimento di rabbia e dolorosa impotenza che va oltre il mero costo del materiale rubato e dei danni cagionati. Atteggiamenti di questo tipo sono uno sfregio verso gli affetti più profondi. Altri testimoni avevano denunciato che gli immigrati rimangono chiusi all’interno del cimitero anche dopo l’orario di chiusura, quando i cancelli si chiudono automaticamente, per trascorrervi la notte. Uno scempio inaccettabile.