CADE’/ VILLANOVA DE BELLIS – C’erano anche le maglie e le sciarpe delle squadre in cui aveva militato (solo alcune, perché troppi sono i “colori” della sua vita calcistica che lo hanno accompagnato) tra quelle appoggiate sul feretro di Claudio Chiereghini, per tutti Sally. La cerimonia funebre del portierone 48enne amico di tutti, scomparso improvvisamente nella notte tra venerdì e sabato mentre stava riposando nella sua abitazione di Villanova de Bellis dove viveva con la mamma Vanda, si è svolta ieri pomeriggio nella piccola chiesa di Cadè di Roncoferraro alla presenza di centinaia di persone, distanziate secondo le disposizioni contro la diffusione del Coronavirus. Ed è stato impressionante vedere la mole di gente che nonostante la giornata lavorativa e la nuova ondata di contagi da Covid in atto, non ha voluto mancare per dare l’ultimo saluto ad una persona di straordinaria umanità, benvoluta davvero da chiunque e in grado di incarnare alla perfezione i veri valori del calcio e dello sport, parte integrande della sua vita. D’estate, soprattutto, era una presenza costante sui campi della provincia, impegnato nei tornei notturni; e che fossero a 11, a 7 o a 5 poco importava: l’unica cosa che contava era partecipare e poi concludere la serata in allegria. La passione per il pallone non lo ha mai lasciato, una passione che ha coltivato fin dall’infanzia seguendo le partite del suo Milan e che in età adulta ha saputo portare avanti con entusiasmo, senza mai porsi un traguardo diverso dal più puro e schietto divertimento. Lo diciamo senza il rischio di cadere nella retorica o di farci prendere la mano considerando l’amicizia che ci legava. Le esequie sono state concelebrate don Lucio Poltronieri e don Giuseppe Trebeschi. Molti hanno seguito la funzione dall’esterno della chiesa, per non parlare del fiume di amici e conoscenti che tra sabato e domenica si erano recati presso la casa funeraria di Levata per rendergli omaggio. Impossibile non venire rapiti dai ricordi vedendo i guanti da portiere posati accanto alle sue mani: pronte e potenti quando si trattava di respingere i palloni degli avversari, quanto generose nel dispensare carezze o pacche sulle spalle ad un amico in difficoltà e fiere nel sollevare un calice in alto ogniqualvolta che c’era da celebrare una vittoria o trascorrere semplicemente una serata in compagnia. Prima e dopo la cerimonia, nel piazzale antistante la chiesa hanno continuato a susseguirsi i ricordi commossi di chi, nel corso degli anni, ha avuto il privilegio di conoscerlo personalmente. Persone che magari non si vedevano da anni, e che si sono ritrovate per accompagnare il viatico e “scortare” il viaggio di Sally verso l’ultima dimora. Sui guanti, ai più attenti non è sfuggita la scritta “Sally numero 1”. Ecco, lui un numero uno lo è stato veramente. Soprattutto nella vita. Un animo gentile che da lassù continuerà ad illuminarci con le sue parate.
Matteo Vincenzi