Dalla Polonia all’Italia in viaggio nel vagone carico di mais

Nove giovani trovati nel container durante una fermata del treno

stazione

POGGIO RUSCO Dalla Polonia all’Italia. Un viaggio in treno, non in prima classe. E nemmeno in seconda. Un viaggio, che durava dal 18 gennaio scorso, all’interno di un container di un treno merci carico di mais. Nove persone – tutti giovani – trovati ieri in stazione a Poggio Rusco durante una sosta tecnica del convoglio. A scoprire i nove ragazzi, gli operatori del convoglio che, durante lo stop in stazione, hanno sentito provenire dal vagone-cargo le loro voci. Ora i ragazzi sono stati affidati alle forze dell’ordine: possono chiedere o l’asilo politico o in alternativa verranno rimpatriati nei paesi di origine. Non è chiaro dove fossero diretti né se si fossero resi conto di essere in Italia da un pezzo, i nove ragazzi trovati ieri verso le 16.30. Si tratta di nove giovani di cui otto di nazionalità irachena e uno di nazionalità algerina: un 16enne, un 24enne, un 26enne, due 29enni, un 30enne, un 31enne, un 35enne e un 38enne. A quanto pare erano partiti dalla Polonia, nascondendosi nel container ferroviario carico di granaglie. Poi, a Villa Opicino, quartiere di Trieste sul confine con la Slovenia, il vagone è stato agganciato al convoglio che li ha trasportati fino a ieri, fino alla stazione ferroviaria di Poggio Rusco. Durante la fermata nella Bassa, poco fuori dalla stazione, gli operatori del treno merci, con grande sorpresa, si sono accorti che da quel vagone, che avrebbe dovuto contenere solamente granaglie, provenivano delle voci. Subito è scattato l’allarme. Gli operatori hanno provato a sganciare un portellone senza tuttavia riuscire a risolvere la situazione. Sul posto così sono stati fatti arrivare i vigili del fuoco di Suzzara, oltre al 118 e ai carabinieri. Naturale il coinvolgimento delle forze dell’ordine e dei sanitari, dal momento che nessuno sarebbe stato in grado di dire, prima di vederli, chi fossero quelle persone nel container e in che condizioni fossero.
Una volta usciti all’aria aperta, i ragazzi sono stati fatti rifocillare e poi portati al pronto soccorso dell’ospedale di Pieve di Coriano per i controlli medici del caso. I nove, in condizione di clandestinità e senza permesso di soggiorno, avevano viaggiato dallo scorso 18 gennaio all’interno del vagone merci. Nonostante le condizioni di certo non ottimali e il freddo, le loro condizioni sono state giudicate tutto sommato abbastanza buone. Tanto che, dopo le visite al pronto soccorso di Pieve, sono stati portati a Mantova a disposizione delle forze dell’ordine. Ora, per loro, al termine – probabilmente anticipato – del viaggio della speranza, le possibilità sono due: o la richiesta di asilo poltico o il rimpatrio nel proprio paese d’origine.