Mancano le materie prime, cassa integrazione per 2mila dipendenti dell’Iveco

SUZZARA L’effetto domino del rincaro di materie prime fa sentire i suoi effetti anche alla Iveco di Suzzara e nella giornata di ieri è arrivata quella che se non è una “doccia gelata” rappresenta sicuramente una novità amara: cassa integrazione dal 14 ottobre fino al 22 compreso per 1876 operai dell’azienda e 155 impiegati. La decisione è stata comunicata dalla direzione dello stabilimento ieri pomeriggio alle parti sociali, e avrebbe la sua causa scatenante nella crisi ormai conosciuta dei cosiddetti semiconduttori; elementi necessari per la produzione delle centraline Bosch che sono montate a bordo del Daily. Non arrivando le centraline Bosch non è possibile ultimare i veicoli e a oggi si contano quasi 3mila veicoli incompleti, che – ovviamente – non possono essere immessi sul mercato.
Al di là della settimana di fermo resta da capire come si evolverà la situazione: la direzione di stabilimento ha precisato che la mancata acquisizione della componentistica non è dovuta a carenza di liquidità di Iveco ma a difficoltà del fornitore legate agli aumentati costi della materia prima o addirittura alla mancanza della stessa. La cassa integrazione sarà ordinaria con pagamento dell’80% dello stipendio al dipendente. I lavoratori interinali appena stabilizzati non saranno messi in cassa integrazione ma verranno dirottati su altre attività, tra cui quella della formazione.
«In un momento di massima espansione dello stabilimento questa frenata improvvisa crea chiaramente un certo rammarico – commenta il segretario di Ugl Metalmeccanici Mantova Umberto Colella – Soprattutto perché la frenata non dipende dall’azienda ma dall’ormai evidente rincaro delle materie prime che sta causando un gravissimo effetto domino su tanti comparti e per il quale, a livello governativo, occorrerà pensare a quali soluzioni, tampone e di medio e lungo periodo, mettere in atto».