Monzambano – Contatti con la Ndrangheta Commissariate otto società

Monzambano Un volume d’affari di 15 milioni di euro prodotto da otto società, che però su ordinanza del Tribunale di Brescia, a seguito delle indagini della Direzione investigativa antimafia del capoluogo bresciano, sono state commissariate e affidate a tre amministratori giudiziari per almeno un anno.
Sono le società riconducibili al 64enne Mauro Prospero, imprenditore originario di Peschiera e residente a Monzambano dove si trova agli arresti domiciliari da giugno dello scorso anno, e per il quale lo scorso aprile la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto il processo nell’ambito della vasta operazione antimafia Glicine-Acheronte.
Secondo le indagini svolte in autonomia dalla Dia di Brescia, partita dalle risultanze delle indagini condotte a Catanzaro e che vedono, appunto, la richiesta di rinvio a giudizio per ben 126 persone, Prospero e le sue società avrebbero avuto contatti con la Ndrangheta “non connotati da profili di occasionalità”. In altri termini, contatti con la cosca non saltuari. Anzi.
Delle otto società ora in mano ai tre amministratori, una si trova in provincia di Brescia, nella zona del Garda; tutte le altre sette in provincia di Mantova. Si tratta di attività molto diversificate, operanti nei settori agricolo, ippico, estrattivo, ma soprattutto turistico e della ristorazione. Le indagini hanno consentito di confermare l’esistenza di radicati rapporti e cointeressenze finanziarie (anche estere) con esponenti di una famiglia ndranghetista che, in varie circostanze, avevano palesato propensione ad intraprendere investimenti nei territori limitrofi al Lago di Garda. Gli accertamenti antimafia hanno portato alla luce la proficua ricaduta in termini operativi e finanziari che tali contatti avrebbero avuto sulla gestione di un’ampia parte dell’articolata sfera societaria facente capo all’imprenditore veronese.
Per un anno ora le società, nei confronti delle quali erano state emanate anche interdittive di vari Comuni e della Prefettura di Mantova, saranno controllate dai tre amministratori. Al termine di tale periodo, i magistrati decideranno il da farsi anche sulla base delle relazioni degli amministratori stessi.