Ospedale Oglio Po, niente investimenti? Passiamo sotto la Regione Emilia

CASALAMGGIORE – Dove sono finiti i soldi non investiti all’ospedale Oglio Po? Questo si chiedono i circoli Pd dell’Oglio Po che, anche in previsione della presenza dell’assessore regionale al welfare Giulio Gallera, promette battaglia su un tema centrale per il territorio e soprattutto per la salute dei cittadini.
Se la chiusura del punto nascite è il fatto più eclatante ed ai più conosciuto, al Pd non passa inosservata la mancanza di finanziamenti da parte di Regione Lombardia. Il risultato? Sempre meno servizi che portano l’utenza a rivolgersi ad altri ospedali, fuori regione, dove sono garantite migliori e maggiori prestazioni.
Si pensi, infatti, che – come illustrato dal Pd – ad oggi i posti letto all’Oglio Po sono 160 per un totale di soli due giorni alla settimana predisposti per le sedute operatorie. Ma se, da un lato, c’è stata l’assunzione di un ortottista e di un dirigente medico lo scorso marzo, dall’altro lato, le poche risorse in urologia hanno portato a garantire per solo quattro ore alla settimana le visite (sia a Mantova che a Cremona le liste d’attesa sono molto lunghe). Dati cui si aggiunge la mancanza di medici anestesisti (se ne contano 4 contro i 9 richiesti); ridotte poi da 5 a 3 sedute le attività endoscopiche, sempre per mancanza di personale. «Inoltre – sottolinea il Pd – apprendiamo che l’acquisizione di materiale tecnico è fermo per mancanza di fondi».
E se per il rilancio dell’ospedale si pensava ad istituire un reparto di neurospichiatria infantile, questo è ancora fermo al palo per carenza di neurospichiatri. Tagli cui si aggiunge, ovviamente, e come a tutti ormai noto, la chiusura del punto nascite per il quale anche i sindaci del comprensorio stanno ancora lottando.
In tutto, conclude il Pd, sono stati fatti investimenti in attrezzature per 207.000 euro. Proprio su questi numeri insistono i dem che portano a supporto un confronto con la vicina Regione Emilia Romagna e, più nello specifico all’ospedale di Guastalla che conta 214 posti letto, di cui 183 di degenza ordinaria, 17 day hospital, 14 hospice e 9 per dialisi. Numeri sui quali negli ultimi anni Regione Emilia «ha investito nel proprio presidio ben 45.000.000 di euro, raddoppiando la superficie da 13.900 mq a 26.391, acquistando attrezzature con alta tecnologia come la tac al costo di euro 335.000 euro». Discorso analogo per il nosocomio di Fidenza dove l’investimento è stato di circa 15.600.000 euro, di cui quasi 14milioni per la costruzione della nuova ala. «Insomma, la regione Emilia Romagna oltre a tenere aperti gli ospedali di notte, sabato e domenica compresi, offrono ai propri cittadini servizi migliori di quello che ci sta offrendo Regione Lombardia».