Ponte di San Benedetto Po. Oltre i ritardi della ditta ci sono i ritardi della politica

MANTOVA  Le precisazioni del ministro Matteo Salvini riguardo la situazione del ponte di San Benedetto hanno dato vita a una ridda di reazioni tra le più disparate, sia sul fronte politico che tra gli stessi cittadini. Al di là di tutto appare pero chiara una questione: il nodo da sciogliere, il più velocemente possibile, è quello relativo alla velocizzazione dell’iter per arrivare all’assegnazione dei lavori e, conseguentemente alla realizzazione, del tratto golenale del ponte. I soldi sono stati resi disponibili, ma è chiaro che solo il passaggio normativo consentirà di sveltire la procedura.
Su questa vicenda è arrivato ieri il commento dell’ex consigliere regionale ed ex deputato Anna Lisa Baroni che in una nota ha voluto sottolineare che «il decreto 104 del 10 agosto 2023 non è ancora stato convertito né al Senato né alla Camera ( infatti il senatore Paganella parla di emendamenti da apportare per sveltire). Ma sia chiaro, quei due articoli del decreto legge 104 del 4 agosto mettono semplicemente lo stanziamento di 6 mln spalmandoli su 2024 e 2025, delle modalità con le quali verrà fatto l’appalto. Questo è l’ulteriore problema da affrontare e che nessun emendamento può accelerare. Infatti, l’appalto delle due parti golenali di completamento ( ancora da progettare e da mettere in gara), a mio parere, non potrà avere altro che la forma dell’appalto europeo , con i tempi e le formalita’ proprie di un appalto così complesso. Nessun emendamento del senatore Paganella, potrà accorciare i tempi rispetto a quelli necessari per la realizzazione dell’appalto».