“Quegli alberi dono dei residenti”, il gruppo ecologico di Solarolo sulle barricate

SOLAROLO (Goito) – Non accenna a placarsi la polemica provocata dal taglio di decine di alberi lungo il corso d’acqua Solfero, nei pressi di Solarolo, avvenuto l’altro ieri. Dopo le polemiche e le prese di posizione da parte di alcuni residenti o comunque agricoltori i cui terreni si trovano nella zona dove è stato eseguito il taglio, ora a scendere in campo è il Gruppo ecologico Alto Mantovano, fondato nel 1972 e con sede proprio a Goito e Solarolo. Il gruppo segnala, tra l’altro, che parte degli alberi abbattuti erano stati donati ancora negli anni ’80 dai residenti in zona al Comune al al fine di rinverdire il paesaggio.
Come spiega il presidente dell’associazione,  Cesarino Marchioro, «quando mi è stato segnalato il disboscamento in corso ho chiesto lumi al Comune. Ho contattato i vigili e l’ufficio tecnico per chiedere il loro intervento in modo da impedire la prosecuzione del taglio. C’è stato un controllo dei vigili, ma lo scempio è proseguito. Gli alberi non rappresentavano pericolo di sorta per la circolazione dell’acqua del Solfero. Anzi, con le loro radici lunghe fino a tre metri fungevano da stabile sostegno alla sponda del fosso che, dove non c’è vegetazione, sono invece in evidente situazione franosa. Ho segnalato quanto stava accadendo per iscritto, chiedendo accesso agli atti per verificare il rispetto delle ordinanze comunali e delle prescrizioni del piano di governo del territorio per la tutela del verde. Nello specifico – prosegue Marchioro – contestiamo al Comune di essere corresponsabile dello scempio in quanto a nulla possono valere giustificazioni di “regimazione idraulica” con il taglio degli alberi di alto fusto le cui autorizzazioni sono di esclusiva competenza comunale. Ciò che amareggia ancora di più è il dover constatare come tale intervento sul patrimonio alberato sia avvenuto ad opera di enti sottoscrittori del contratto di fiume Mincio, che prevede per i sottoscrittori l’impegno a perseguire obiettivi comuni ben precisi. Uno di tali obiettivi, ad esempio, consiste in censimento e salvaguardia delle fasce di vegetazione riparia e delle formazioni naturali non boschive nel bacino del Mincio; adozione di idonei regimi di tutela, ove mancanti, tramite regolamenti comunali, e adeguamenti del regolamento per la tutela e la salvaguardia del patrimonio arboreo e arbustivo del Parco del Mincio. Un altro obiettivo del contratto di fiume è l’introduzione di una normativa specifica per la realizzazione delle fasce tampone in fregio al reticolo idrografico principale e secondario. Ci chiediamo – conclude il gruppo ecologico – perché gli amministratori comunali di Goito non abbiano mosso un dito. Forse sono consapevoli dei gravi problemi ambientali in atto solo a parole».