Suzzara, la maggioranza difende Bianchi: “Sulla questione Sikh azione corretta”

SUZZARA Chi pensava che la polemica innescata nell’ultimo consiglio comunale, che ha visto Luisa Melli del Gruppo Misto scagliarsi contro l’ex assessore Francesco Bianchi, fosse sopita, si sbagliava. Sul tema sono tornati i gruppi consigliari di maggioranza (Pd, Suzzara Futura, Sinistra per Suzzara), ripercorrendo tutta la cronistoria della vicenda, a partire dal 29 Giugno 2017 quando le parti in causa inoltrarono regolare istanza al Comune, affinché l’area in questione potesse ottenere regolare cambio di gestione d’uso. A gennaio 2018 la giunta approva il Dup, con l’approvazione del piano per le attrezzature religiose; a tal proposito, la legge regionale numero 12 del 2005 stabilisce che i comuni che intendono prevedere nuove attrezzature religiose, sono tenute ad adottare ed approvare il relativo piano. Per garantire a tutti i cittadini la possibilità di poter professare la propria fede e di poter disporre di luoghi idonei ad esercitare il culto religioso, l’amministrazione comunale si diede l’obiettivo di dotarsi del piano delle attrezzature religiose nella variante generale del Pgt. Il 6 febbraio arriva il famoso impegno politico firmato da Bianchi di cui abbiamo già parlato, mentre a dicembre di quell’anno, la giunta approvò il Dup 2019-2021: nell’ambito della pianificazione urbana generale c’era nuovamente il richiamo alla legge regionale sulle attrezzature religiose. Lo stesso succede il 23 gennaio di quest’anno, con l’approvazione, lo scorso 4 febbraio, del Dup 2020-2022. «Tutti questi passaggi – scrivono in una nota i gruppi di maggioranza – contestualizzano e supportano la coerenza dell’iter adottato nei relativi snodi formali da parte dell’assessore Francesco Bianchi. L’esame degli atti, in particolare nelle parti estrapolate dagli stessi, evidenzia una costante e reiterata presenza, nei vari Dup, della volontà dell’amministrazione di affrontare l’esigenza espressa da parte delle confessioni religiose di disporre di luoghi di culto». L’impressione diffusa, comunque, è che di questa storia si sentirà ancora parlare. (f.b.)