Tensione nella maggioranza di Ostiglia: la giunta critica Dalporto

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OSTIGLIA – Di fratto una vera e propria bufera nella maggioranza di Ostiglia: certo non una bufera a ciel sereno, visto che scricchiolii rumorosissimi si erano avvertiti anche nei giorni scorsi, ma le cui conseguenze sono al momento imprevedibili. Rumors che filtrano in queste ore parlano di possibili dimissioni in arrivo da parte di altri consiglieri, ma – al di là delle indiscrezioni – è chiaro che dopo le dimissioni di Carlo Dalporto sia da capogruppo che (prossimamente) da consigliere di maggioranza, la spaccatura in seno alla guida della cittadina rivierasca si è, de facto, consumata. Con la giunta che respinge compatta al mittente le critiche sollevate dall’ormai ex capogruppo in occasione dell’ultimo consiglio comunale.
«Non condividiamo le affermazioni del capogruppo Carlo Dalporto, in quanto questa amministrazione ritiene di aver operato sempre sulla base del coinvolgimento del gruppo di maggioranza allargato e nel rispetto di idee e opinioni di tutti – si legge nel comunicato che ieri è stato fatto circolare a nome del sindaco Valerio Primavori e della sua giunta – Prendiamo atto della dichiarazione del capogruppo, ma lui stesso, nel suo ruolo, aveva tutte le possibilità e il potere di proporre, di aggregare, di essere propulsore per attività del gruppo dei consiglieri di maggioranza. Le sensazioni espresse nelle motivazioni delle sue dimissioni, sono esclusivamente personali. Dalporto era il capogruppo di maggioranza, e come tale aveva le prerogative per sollecitare l’Amministrazione a fare meglio, o diversamente, in merito alle questioni affrontate in questi due anni».
Nel suo intervento di mercoledì sera Dalporto aveva dichiarato di «rispettare ma non più condividere il modo di amministrare il nostro Comune ponendo esclusivamente l’attenzione all’oggi, come se tutto fosse un’emergenza, con il motto “domani si vedrà”. Così facendo il declino e il conseguente degrado per insufficienza di risorse diventa inarrestabile condannandoci alla inequivocabile e grave responsabilità di non aver saputo costruire futuro».