“Troppi migranti a carico nostro”: i sindaci dell’Alto vanno dal prefetto

ALTO MANTOVANO – Dopo la chiusura dei Cas sui territori comunali si registra la presenza, a carico dei Comuni, di troppi migranti fuoriusciti dai centri di accoglienza strordinaria e ora in gestione agli enti locali, con costi e problemi di gestione troppo elevati. A sollevare la questione sono alcuni sindaci dell’Alto Mantovano che nella mattinata di ieri hanno incontrato il prefetto proprio per discutere di tale situazione, che si è venuta a creare dopo i decreti emanati da  Matteo Salvini durante il proprio mandato come ministro dell’Interno.
Ad incontrare il prefetto  Carolina Bellantoni , ieri mattina, i sindaci  Enrico Volpi (Castiglione),  Stefano Meneghelli (Guidizzolo),  Mauro Morandi (Medole) e l’assessore del Comune di Goito  Matteo Biancardi.
Tema dell’incontro, come detto, la presenza sui territori comunali di diversi migranti che, estromessi dai Cas in virtù delle norme emanate dall’ex ministro dell’Interno, ora sono a carico dei Comuni e si trovano in una sorta di limbo. Quelli estromessi dai centri di accoglienza straordinaria infatti sono quei migranti ai quali non sarebbe stato concesso l’asilo politico. E, ora, dopo la fuoriuscita dai centri di accoglienza, automaticamente finiscono in carico agli enti locali – ovvero i Comuni.
«Purtroppo – spiega ad incontro concluso il sindaco di Castiglione Enrico Volpi – ci sono diversi casi piuttosto difficili e dispendiosi da gestire. Sono situazioni delle quali, naturalmente, si fanno carico i Comuni, ma che a lungo andare provocano spese e costi decisamente elevati. Basti pensare che, ad esempio, la gestione di una madre con figlio piccolo in una struttura protetta, può costare ad un ente locale fino a 50mila euro all’anno. Dobbiamo includere nelle spese la la permanenza nel centro, che può costare anche 4mila euro al mese, alla quale bisogna aggiungere vitto, alloggio, assistenza psicologica e via dicendo. Alla fine i costi per i Comuni si rivelano veramente elevati e difficilmente si possono gestire tali casi, se non aumentando di molto le risorse per il sociale».
Dal canto suo la prefettura, come spiega sempre Volpi a conclusione dell’incontro, consiglia agli enti locali di cercare di fare squadra e unire le forze in strutture sovracomunali per la realizzazione di appositi progetti di gestione di tali migranti. Non solo. Il prefetto Cincarilli ha anche anticipato che, proprio per fare fronte a tali situazioni, sarebbero in fase di allestimento a livello ministeriale apposite strutture che dovrebbero venire attivate nel corso dei prossimi mesi proprio al fine di andare in soccorso ai Comuni e a tali complicate situazioni.

Giovanni Bernardi