Violenza domestica e sessuale: lui ammette, lei minimizza

tribunale di mantova

MANTOVA È accusato di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, lesioni gravi e minacce, e ieri quando è stato sentito in aula ha parzialmente ammesso le accuse che lo hanno portato in galera lo scorso gennaio. Prima di lui, a porte chiuse, era stata sentita la vittima, la sua ex convivente, che pur ammettendo le accuse che aveva denunciato ha anche finito per minimizzare se non giustificare, alcuni episodi di violenza domestica. È proseguito ieri il processo a carico di   D.T., un 30enne rumeno attualmente in carcere a Monza. Secondo l’accusa avrebbe sottoposto a maltrattamenti una 28enne italiana con cui ha convissuto in città; fatti avvenuti tra il dicembre 2018 e il gennaio scorso. Dietro una vicenda maturata in un ambiente di degrado emerge un rapporto burrascoso, con frequenti liti tra i due. In un caso la donna è finita in ospedale con delle lesioni per 30 giorni di prognosi; caso questo che aveva fatto scattare le manette per il rumeno, che ieri, quando si è sottoposto all’esame davanti ai giudici, ha parzialmente ammesso le accuse. «Sì è vero sono un  mascalzone (eufemismo)» ha detto a proposito di un episodio di percosse seguito a una violenza sessuale. L’uomo ha raccontato di averla colpita con un pugno perché quando lei si era accorta che lui stava mandando dei messaggi a un’altra durante un rapporto sessuale, gli aveva sputato in faccia, «e non era saliva» ha precisato. Dal canto suo la donna, pur confermando le accuse, compresa la violenza sessuale finita a sputi, avrebbe anche detto di essere stata convinta e non propriamente costretta. Discussione e sentenza a metà ottobre.