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È considerato il Principe del Romanticismo musicale. Fryderyk Chopin, compositore e pianista polacco-francese morto il 17 ottobre di cento settantuno anni fa a soli 39 anni a causa di una salute cagionevole per i frequenti attacchi di bronchite purulenta, laringite ed emottisi, è una delle icone della musica classica. Il 29 novembre alle ore 17, al teatro Bibiena nell’ambito dei Concerti della domenica, è in programma un omaggio all’artista, “Chopin: sogni notturni”, con Giorgio Costa al pianoforte e Bruno Gambarotta voce narrante.

Nato il 1° marzo del 1810 a Zelazowa Wola, vicino a Varsavia nell’allora Ducato di Varsavia, Fryderyk è il secondo di quattro figli di un padre francese, Nicholas, e una madre polacca, Justyna Krzyzanowska. Tutta la famiglia aveva una netta predisposizione artistica e anche il giovane Fryderyk pare si commuovesse ogni volta che gli capitava di ascoltare la madre o la sorella maggiore suonare il pianoforte. Già all’età di sei anni cercava di riprodurre ciò che ascoltava e di comporre nuove melodie. L’anno successivo ha iniziato le lezioni di pianoforte con il maestro sessantunenne Wojciech Zywny. Ben presto però Chopin scopre da solo un approccio originale al piano che, in quegli anni, stava diventando uno strumento solista importante sia in casa sia nelle sale di concerto. Nel 1817 viene eseguita pubblicamente la prima composizione del giovanissimo Chopin. Un anno dopo, all’età di otto anni, si esibisce in pubblico per la prima volta in occasione di un concerto per beneficenza, suonando musica di Adalbert Gyrowetz. Tre anni dopo una seconda esibizione, questa volta ben più prestigiosa, alla presenza dello zar russo Alessandro I che si trovava a Varsavia per aprire il Parlamento. Le sue performance al piano non sono state le uniche motivazioni che, giorno dopo giorno, ne hanno accresciuto la crescente reputazione di bambino prodigio. A sette anni, infatti, Chopin ha scritto una “Polonaise in sol minore” che ha avuto l’onore della stampa e, poco dopo, una sua marcia è stata eseguita in parata su volere del granduca russo Costantino. All’età di sedici anni la famiglia lo iscrive al neonato Conservatorio di Musica di Varsavia, fondato e diretto dal compositore polacco Joseph Elsner.

La capitale della Polonia, però, stava stretta al talentuoso Chopin tanto che i genitori trovarono i soldi per mandarlo a Vienna, dopo un breve soggiorno a Berlino. Nel 1829 il debutto nella città austriaca. Qui l’anno successivo gli giunge la notizia della rivolta polacca contro il dominio russo che lo costringe a non fare ritorno in patria. Piuttosto preferisce raggiungere Parigi, che stava vivendo il suo movimento romantico, dove trova un ambiente molto più congeniale.

Le sue già precarie condizioni di salute e un carattere che soffriva la lontananza della famiglia e della Polonia, gli impediscono di esibirsi in pubblico per ben due anni. In compenso si dedica all’insegnamento musicale di signore aristocratiche che pagavano molto bene le sue lezioni. L’introduzione alla ricca famiglia di bancari dei Rothschild gli permette di diventare, in breve tempo, il favorito nelle grandi case parigine, sia come insegnate che come concertista.

Nel 1836 incontra la scrittrice Aurore Dudevant, meglio conosciuta come George Sand, e due anni dopo iniziano la loro convivenza, durata fino al 1848. Distrutto dalla fine della relazione e depresso dalla nuova rivoluzione, questa volta scoppiata a Parigi, Chopin accetta l’invito di una sua allieva scozzese, Jane Stirling, a visitare l’Inghilterra e la Scozia. L’accoglienza a Londra è entusiasmante tanto che il 15 maggio suona per la regina Vittoria. Il clima della città londinese, però, non giova affatto alla sua salute.  A fine anno fa ritorno nella capitale francese dove finisce i suoi giorni. Il suo corpo, senza il cuore, viene sepolto nel cimitero di Père Lachaise. Il suo cuore si trova invece nella Chiesa della Santa Croce di Varsavia. Là dove era rimasto, idealmente, per tutta la sua vita.