Un tempo era Governo ladro ora è Governo implume

A tutto Tibre

Meno male che il cordoglio dei politici italiani, per le vittime della tragedia di Genova, è stato unanime. E’ l’unica sentimento che ha affratellato senatori e onorevoli dei diversi partiti; tutto il resto sarebbe da buttare con un ricorso d’urgenza alle urne. Largo ai giovani: bella roba. Gente capitata per caso, che non conosce le regole del vivere civile e quando parla, starnazza. Genova è stata funestata da un evento che assolutamente non doveva capitare: passi per le bombe d’acqua che minano ulteriormente un territorio da cartolina illustrata, passi per le difficoltà che si incontrano allorché si deve costruire, ma stavolta abbiamo superato il limite. Del buonsenso e del buongusto. E’ successo che è crollato un ponte -evento peraltro ripetitivo in Italia- che ha causato finora la morte di 38 persone. Chiedersi perchè quelli costruiti dai romani -beninteso non quelli di oggi- continuano a reggere è fatica sprecata. E in fondo non è nemmeno giusto perchè su quei ponti passavano i soldati, gli animali e qualche carretto.
Il ponte Morandi invece nei suoi cinquant’anni di vita, ha ospitato milioni e milioni di camion e di auto: un motivo in più per curarlo quasi giornalmente, per tenerlo nella massima sicurezza. La prima volta che l’abbiamo attraversato -eravamo diretti a Marassi per un Genova-Mantova di serie A- siamo rimasti a bocca aperta: sotto di noi la città che pulsava. Da paesani padani, abbiamo anche avuto un attimo di paura: terrà botta? Probabilmente, nel caso di utilizzo di medicine mirate alla conservazione, il ponte sarebbe ancora in vita. E con lui quelle 38 persone che ora hanno dovuto pagare l’insipienza di chi aveva il compito di agire da premuroso conservatore, Senza contare i danni causati alla città e a quelle 650 persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa perchè minacciate dai frammenti del ponte Morandi. In questo caso, il discorso diventa retroattivo: possibile che al momento della progettazione e successivamente dell’edificazione del manufatto, nessuno sia intervenuto per obiettare che quelle case, già costruite, erano a rischio?

Continuato ed aggravato.
Seconda e più vergognosa parte della vicenda, che fa a pugni con l’abnegazione dei vigili del fuoco e di tutti gli altri intervenuti per dare una mano, che continuano a martellare i blocchi di cemento nella speranza, che va sempre più affievolendosi, di trovare ancora qualcuno in vita, è la parata degli uomini di governo. Che parlano, parlano senza sapere esattamente quel che dicono. Spalleggiati da qualche giornale di parte. Ministri che si improvvisano giudici: la famiglia Benetton, proprietaria della società Autostrade, sul banco degli accusati. E Di Maio -sic et simpliciter- che ha detto di voler revocare la concessione ai proprietari anticipando quelle che un domani potrebbero essere le conclusioni della Magistratura che avvierà le proprie indagini. Fortunatamente qualche “saggio” fra i grillini ha tirato il freno a mano ed ora si parla di possibilità di revoca della concessione, ma solo dopo il verdetto dei magistrati. Insomma, a livello di Governo, si chiacchiera, si improvvisa magari anche sull’onda dell’emozione, e naturalmente si sbaglia, si va oltre.
Dato per scontato che qualcuno ha responsabilità per il crollo, lasciamo la parola alle indagini. Il Governo deve fare la sua parte, ovvero mettere in sicurezza la città, sistemare gli oltre 600 sfollati, abbattere le case sistemate sotto il ponte e programmare subito il futuro. Genova costituisce uno snodo troppo importante: le chiacchiere, i j’accuse sono solo materia d’avanspettacolo. A questo punto servono i fatti: facciamo in modo che le famiglie dei 38 morti e con loro tutta la città di Genova, abbiano un giusto risarcimento. E non solo a livello finanziario: il mondo che ha seguito con sgomento quanto è successo, si attende che l’Italia dia un segnale chiaro e forte di ripresa. In momenti come questi -e ci ripetiamo- al bando i partiti, i discorsi da mercato del giovedì, le leggerezze di coloro che prima di parlare dovrebbero contare fino a 100. Soprattutto quelli che rivestono cariche politiche. La disgrazia può sempre capitare: un buon Governo è chiamato a provvedere nel più breve tempo possibile per alleviare le pene, le sofferenze di quanti sono stati coinvolti. E in particolare a studiare rimedi atti a prevenire questi eventi dolorosi. Un tempo si diceva Governo ladro, ora è Governo leggerino.
Passiamo a Mantova il cui piano Hub (rigenerazione urbana del comparto ex ceramica-San Nicolò) sta vacillando. Palazzi era riuscito ad ottenere un finanziamento di 18 milioni che ora potrebbero essere cancellati dal governo Conte che ha congelato per due anni i fondi voluti da Renzi. Il sindaco non vuole crederci: sono già stati spesi diversi soldini. Indietro non si torna, salvo pesanti penali al Governo. Staremo a vedere: certo con questi chiari di luna può succedere di tutto. Detto del Comune, eccoci alla Provincia. Il cui presidente Beniamino Morselli, anche sindaco di San Giorgio, evidentemente non legge i giornali o quantomeno la Voce di Mantova. L’avevamo pregato di mandare qualcuno a raddrizzare i cartelli sull’ex ostigliese, all’altezza del cavalcavia sulla Brennero, che segnalano i 50 orari e il divieto di sorpasso essendo la strada in quel tratto a corsia unica. Il cartello oltre che piegato è nascosto dalla vegetazione (in parte anche quello che vedono gli automobilisti che arrivano da Barbasso). E’ il terzo invito che proponiamo: continueremo a farlo. Vedremo chi si stanca per primo.