Balasini sul calcio femminile: “Questa Nazionale abbatterà i pregiudizi”

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L’esultanza di Barbara Bonansea: la sua doppietta ha steso l’Australia in rimonta

MANTOVA Le ragazze della Nazionale Italiana di  Milena Bertolini si sono guadagnate in queste settimane le copertine e le aperture dei tg sportivi per le loro imprese sportive. Ma qual è il reale stato del movimento a livello italiano e provinciale? Abbiamo provato a chiederlo ad un dirigente esperto come  Michele Balasini, uno dei personaggi che in questi ultimi anni ha provato a sviluppare il calcio in rosa nella nostra provincia.
«La partenza delle ragazze azzurre è stata molto soddisfacente, sicuramente cominciare con un successo contro una squadra come l’Australia, che sa il fatto suo, è un motivo di vanto. Può essere l’occasione per trainare tutto un movimento». Un movimento calcistico che deve ancora oggi scontrarsi, a livello provinciale e nazionale, con tante difficoltà: «Molte ragazze devono affrontare un pregiudizio, che il calcio sia appannaggio solo del mondo maschile. Atlete che si fanno 100 chilometri ad allenamento. Questa notorietà improvvisa spero faccia bene a tutti». Una delle molle che ha dato nuova linfa al calcio femminile è stata la volontà della Figc di favorire le affiliazioni con le squadre maschile, che hanno risorse e know how: «Il maschile sta dando risorse e opportunità – osserva Balasini – la stessa Bertolini ha ricordato che nei tempi in cui lei giocava a calcio, tutto era più difficile: si doveva giocare a calcio e lavorare per vivere». Ora la strada verso il professionismo sembra meno in salita: «Ma è un discorso anche di mentalità. Il calcio femminile, come tante altre discipline, dovrebbe essere portato maggiormente nelle scuole, solo così si vincerebbero tanti pregiudizi che ancora resistono. E poi servirebbe una maggiore capillarità delle società: arrivare ad una concentrazione come quella del maschile è impensabile, ma altri sport ci hanno insegnato che si può fare molto con poco. Mi auguro che sempre più società maschili – anche dilettantistiche – possano prendere spunto dalle big e creare una sezione femminile. Ora nel Mantovano ci sono solo Mantova e Governolese. Va creato un circolo virtuoso: se ci sono società attive, sarà meno difficile reclutare nuove praticanti».