Calcio dilettanti – Baretti: “Gironi corti, Cft itineranti e quote bloccate”

MANTOVA In attesa del game over, atteso per l’8 maggio prossimo (dopo il Consiglio Federale), il presidente del Crl  Giuseppe Baretti ha dialogato ieri mattina nell’ormai consueta riunione del sabato con le società bresciane, ascoltando i suggerimenti dei dirigenti e svelando alcune delle possibili novità nel mondo dilettantistico lombardo.
Centri tecnici federali itineranti – Cambieranno modalità di lavoro: la sede fissa resterà quella di Montichiari, ma i tecnici visiteranno settimanalmente a turno le società, invertendo la logica attuale. Una novità importante per la formazione degli allenatori e dei ragazzi.
 Via libera corsi online Uefa C – Dal presidente regionale, invece, è arrivata l’apertura (benedetta da una telefonata in tal senso di Demetrio Albertini, attuale Presidente del Settore Tecnico della Figc) ad un’apertura dei corsi online per il patentino Uefa C, che non dovrebbe essere più limitato alla graduatoria di merito. Verrà reintrodotto anche il corso Coni.
 I problemi del femminile – La richiesta delle società è stata quella di poter riorganizzare i gironi di prime squadre e giovanili: i costi delle trasferte supererebbero quelli di campionati maschili blasonati. «Vedremo di fare il possibile – ha detto Baretti – anche se il numero delle società iscritte non consente di trovare soluzioni alternative».
 Gironi maschili più “corti” – «Dovremo capire quando si potrà ripartire – ha spiegato Baretti – difficilmente sarà settembre, ci atterremo alle indicazioni degli organi scientifici. Di sicuro dovremo prendere le stesse precauzioni dei professionisti. Qualcuno parla di ottobre, qualcuno di novembre, qualcuno addirittura di gennaio. Stileremo dei programmi in base agli scenari, magari potremmo “accorciare” i gironi (come ipotizzato la scorsa settimana dalla  Voce, ndr), oppure pensare a tornei di sola andata. A dettare i tempi sarà solo il corso dell’epidemia. Prima di tutto viene la salute dei nostri ragazzi, se la Regione non darà il via libera, non partiremo».
 Coppe in forse – Anche dalle possibili evoluzioni dell’epidemia dipenderà il futuro delle Coppe regionali nella prossima stagione: un accorciamento del format sarà preso in considerazione qualora ce ne fosse la necessità.
 Sconti sulle iscrizioni – Baretti ribadisce anche lo sconto sulle iscrizioni: «Le società si vedranno scalate le somme per i mesi non goduti quest’anno, ci saranno misure analoghe anche per quanto riguarda assicurazioni e cartellini».
 Risposte dal Governo – «Speriamo che alcune promesse fatte dal Governo – prosegue Baretti – siano mantenute, dando la possibilità, magari di un anno di iscrizioni gratis. Senza aiuti concreti dalle istituzioni governative, ci saranno ovviamente delle difficoltà. La Regione credo farà la sua parte, sono in partenza un paio di bandi».
 Sparizioni e fusioni – «Spero di non perdere il 30% delle società come ipotizzato in alcuni studi: quello sarebbe lo scenario peggiore – ha sottolineato Baretti -, potrebbe esserci una riduzione del 10%, considerando anche le fusioni. Le date ultime per le aggregazioni restano le stesse: se due squadre vogliono unire gli intenti è probabile che si accordino già in estate, non so se avrebbe senso allungare i termini».
 Vincoli, termine a 24 anni – «Dall’anno prossimo il vincolo fino ai 16 anni sarà annuale, poi si potrà vincolare i ragazzi per altri 8 anni, quindi lo svincolo non sarà più a 25, ma a 24 anni – precisa Baretti -. Qualcuno vorrebbe togliere il vincolo ai dilettanti, ma sarebbe controproducente per motivi che si possono immaginare».
 Blocco delle quote – «Io direi di mantenere le stesse annate dello scorso campionato anche nel prossimo – prosegue Baretti -, vedremo se ci sarà consenso su questo. Sarebbe un modo per facilitare le società. Abolire l’obbligo dei giovani? Sarebbe sbagliato, perderemmo un sacco di Juniores. Diversi non punterebbero più sui settori giovanili se non ci fossero incentivi».
 Giovani, meccanismi virtuosi – Sulla richiesta di istituire l’obbligo di avere un numero di giovani in rosa allevati in casa: «La Federazione ci lascia questa possibilità, nessuna regione ha mai messo in pratica però questa facoltà. La nostra scelta è stata quella di istituire dei premi in denaro per ogni categoria, in base ad una classifica di merito, in modo tale da elargire risorse economiche alle società in grado di portare in prima squadra i ragazzi allevati nel loro settore giovanile». Niente obbligo per i “fedelissimi” in vista, insomma, ma dovrebbe rimanere il premio giovani vinto nelle ultime stagioni da San Lazzaro e Sporting Club, tra le mantovane.
 Rispetto dei protocolli – I prossimi mesi saranno caratterizzati anche da uno stretto controllo medico sui giocatori da parte delle società. L’ipotesi, lanciata dal dirigente dell’Ospitaletto Gheda (ex Castiglione), è quella di avere specialisti convenzionati che possano monitorare periodicamente gli atleti, come accade con i dipendenti nei luoghi di lavoro.