Calcio – Paolo Rossi: le emozioni indelebili del Mundial ’82 e quell’amichevole mancata al Martelli

Paolo Rossi
Paolo Rossi

MANTOVA Mantova e Paolo Rossi: l’indimenticato “Pablito”, venuto a mancare nella notte tra mercoledì e giovedì a 64 anni, ha passato tanti anni della propria carriera nel vicino Veneto, ma a differenza di altri grandissimi, non riuscì mai (per poco) ad esibirsi sul terreno del “Martelli”.
 L’occasione mancata – Nell’estate 1986, il Napoli di Diego Armando Maradona deliziò il palato calcistico degli appassionati mantovani con un’apparizione che ancora oggi viene ricordata. Il 20 agosto era prevista un’altra amichevole di lusso tra Mantova e Verona: la gara, diretta da un grandissimo arbitro come Paolo Casarin, fu seguita sugli spalti da qualcosa come 9mila spettatori e terminò 0-0. Ma Pablito, appena approdato dal Milan agli scaligeri, non scese in campo: diede forfait all’ultimo minuto per infortunio. A fare notizia fu la cronaca nera: si registrarono gravi incidenti tra i tifosi delle due opposte fazioni.
 Il compagno di squadra – Suo compagno di squadra ai tempi del “Real Vicenza” (1977/78), quando i berici arrivarono addirittura al secondo posto in classifica, fu Francesco Vincenzi, ex tecnico della Castellana, che ci racconta Rossi nella vita da calciatore dentro e fuori dal campo. «Con Paolo giocai una stagione a Vicenza e ci frequentammo per un periodo anche fuori dal campo, soprattutto perché abbiamo condiviso esperienze in Under 21 e assolvemmo insieme gli obblighi di leva nei reparti per atleti a Bologna. Ricordo ancora i giri in auto, con la sua A112 blu. Di Paolo conobbi anche la famiglia: era un ragazzo molto riservato ed educato. Già allora, ed eravamo entrambi molto giovani, si vedeva che avrebbe fatto molto bene con la nazionale maggiore. Fu una stagione magica per la squadra: io giocai poco, una decina di partite, lui era già un trascinatore e segnò ben 24 gol. Anche quando andò al Milan e ci ritrovammo in campo da avversari (io ero ad Ascoli), nel salutarmi calorosamente ricordò i bei tempi passati. Ci siamo sentiti qualche anno fa per l’ultima volta, quando lui lavorava in tv. Se ne va un mito del nostro calcio e una persona eccezionale. Un 2020 da dimenticare: di quel Vicenza è mancato, una decina di giorni fa, anche il portiere Ernesto Galli».
 La mostra a Sirmione, i cimeli e i ricordi – Intervistato nel 2016 da Marco Morelli, direttore di Mantova chiama Garda, in occasione di una mostra di suoi cimeli sportivi a Sirmione, località che apprezzava particolarmente, Pablito aveva aperto lo scrigno dei ricordi: «Credo che la cosa più bella da ricordare sia di aver fatto vivere agli italiani un’emozione così forte e, forse, anche l’illusione che qualcosa stava cambiando in Italia, perché quel mondiale è stato qualcosa di realmente diverso. Anche il 2006 è stato un mondiale vinto e, quando si vince, si sa bene quanto sia difficile. Però il mondiale dell’82 è stato qualcosa di unico e, soprattutto, come dico sempre, di irripetibile per mille motivazioni. Per come sono andate le cose, per l’evoluzione delle medesime da una settimana all’altra, per la prima parte non certo brillante del campionato del mondo, perché in pochi di voi ci credevano, perché poi alcuni giocatori sono esplosi, io per primo che sembravo un fantasma. Nel giro di poche settimane io sono diventato, dal giocatore più scarso a quello più osannato. Ho ricevuto migliaia di lettere da italiani da tutto il mondo. Ognuno mi confermava quanto la nostra vittoria avesse significato un momento di riscatto dopo anni fatti solo di tanti sacrifici e sofferenze». «Ho un flash che mi è rimasto nel cuore di quella finale mondiale ed è relativo al fatto che, quando ci hanno consegnato la coppa del mondo, durante il giro d’onore, a causa dei crampi, mi sono dovuto fermare. Mi sono buttato sotto un cartellone pubblicitario, ho alzato la testa e ho visto questo stadio pieno di bandiere italiane. L’emozione che ho provato allora, e che provo anche adesso raccontandovelo, è stata indescrivibile». Un sentimento che è stato anche quello di tutti gli italiani che amano il calcio.