GOITO Ha compiuto 31 anni lunedì e gli ultimi sei li ha passati indossando quasi tutte le domeniche la casacca dello Sporting Club. Del quale è bomber, capitano, bandiera. Marco Guidi, come tutti, ha una voglia matta di tornare a tirare calci al pallone. «Questo periodo è stato duro – ammette – per fortuna ho potuto continuare a lavorare, ma la vita sociale e sportiva è stata sconvolta, annullata. Proprio sul più bello: da poco ero rientrato dall’infortunio, stavo recuperando una buona condizione, ero tornato al gol. Poi si è fermato tutto. Quest’ultimo, per me, è stato un anno con poco calcio. E ancora non sappiamo nulla su quando e come potremo ripartire».
«Mi sono allenato a casa – racconta Guidi – giusto per tenermi in forma. Ora vado a correre, ma da solo non mi è mai piaciuto. Amo stare in squadra, il clima dello spogliatoio, l’adrenalina della partita. E’ soprattutto questo che mi manca. E che ho voglia di ritrovare al più presto».
«Ho appena compiuto 31 anni – continua il centravanti cresciuto nel San Lazzaro e nel Chievo, due stagioni e altrettante promozioni alla Dak Ostiglia prima di arrivare a Goito, dove ha aggiunto un altro campionato vinto al palmares – qualche cartuccia da sparare ce l’ho ancora. Qui allo Sporting sto benissimo, sento che c’è aria di cambiamento, ma io resto volentieri».
Guidi si riferisce ovviamente al divorzio, dopo cinque stagioni, con il tecnico Alessandro Novellini. «Sono sorpreso e dispiaciuto – dice Marco – ho passato qui gli ultimi sei anni e cinque con Novellini in panchina. Per me era anche un amico e per questo dispiace soprattutto a livello umano. Ma il calcio è questo: mi dicono avesse bisogno di nuovi stimoli, è una decisione che rispetto. Io, come dicevo, ho ancora tanto entusiasmo e di fatto una stagione intera da recuperare per colpa dell’infortunio e poi di questo maledetto virus. Aspetto di conoscere i programmi della società, in questi giorni ci siamo sentiti, spero non ci siano problemi».