Calcio Serie C – Bocalon: “Mantova, con la Triestina sarà come uno spareggio”

Il gol di Bocalon
Il gol di Bocalon

MANTOVA Cinque gol in 8 partite è una media lusinghiera, che fa di Riccardo Bocalon uno degli acquisti più azzeccati del mercato di gennaio. Eppure questi cinque gol non sono bastati a tenere il Mantova lontano dalla zona play out. Il paradosso, per il forte attaccante veneziano, è che la sua ex squadra, il Trento, è quella che ha conquistato più punti nel 2023.
Dicci la verità, Riccardo: te l’aspettavi?
«Sì. Il Trento si è rinforzato bene e mister Tedino sta facendo un ottimo lavoro».
Tu invece ti ritrovi a Mantova a lottare per la salvezza…
«Non mi pento di nulla. Sapevo che sarei venuto in una squadra con quell’obiettivo e sono felice della scelta».
Già 5 gol per te: è una sorta di rivincita?
«In realtà speravo che questi gol portassero qualche punto in più. In ogni caso la strada è ancora lunga e sta a noi conquistarci la salvezza».
Che peso dai allo 0-0 di Crema?
«È un punto che ci teniamo stretto, conquistato dopo una gara di sofferenza. Abbiamo prodotto meno occasioni del solito, anche se con maggior precisione avremmo potuto andare in vantaggio».
È subentrata un po’ di paura?
«È inevitabile. Però l’importante è gestirla, stare sul pezzo e non tralasciare i particolari. Col Vicenza avevamo preso 6 gol, con la Pergolettese zero. Quindi direi che qualche miglioramento c’è stato».
Come si è inserito mister Mandorlini?
«L’ho visto carico fin dal primo giorno. Del resto, quando un allenatore della sua caratura accetta di guidare una squadra che deve salvarsi, significa che ha grossi stimoli. Noi dobbiamo aggrapparci a lui. Allo stesso tempo non dobbiamo caricarlo di troppe responsabilità».
Com’è cambiato il tuo modo di giocare con Mandorlini?
«È cambiata leggermente la posizione in campo, ma solo di pochi metri. È normale. Ogni allenatore ha la sua visione di gioco e noi giocatori, nel caso, dobbiamo essere pronti a snaturare le nostre caratteristiche».
Ultimamente hai ricevuto pochi palloni in area…
«Allargherei il discorso. Penso che tutti, io per primo, abbiamo dei limiti e dobbiamo cercare di limarli per esprimere al meglio le nostre potenzialità. È una questione di squadra».
Quanto si gioca il Mantova nelle prossime due partite, con Triestina e Piacenza?
«Noi dobbiamo pensare a una partita per volta, quindi alla Triestina. È come uno spareggio. Ma direi lo stesso anche se giocassimo col Pordenone».
Come procede il rapporto coi tifosi?
«Abbiamo bisogno di loro, ma del resto il sostegno c’è sempre stato. Sta comunque a noi accendere la miccia».
Che aria tira nello spogliatoio?
«Siamo consapevoli di aver buttato troppi punti e che ci potremo salvare all’ultima giornata. Lo spogliatoio è composto da tanti leader e tanti giovani di spessore».
Tu ti senti un leader?
«Io mi sento un lottatore. Quando i miei compagni si girano verso di me troveranno sempre uno che dà il massimo».