Calcio Serie C – Il Mantova: così immobile, così mutevole

MANTOVA Stallo assoluto sul fronte tecnico, vivacità perfino inattesa su quello societario. Il Mantova di inizio estate 2022 è un rebus non risolto, e per certi versi indecifrabile: si intravede del buono, orizzonti senza dubbio più rassicuranti rispetto a un anno fa; ma c’è pure la sensazione di un cantiere aperto, che potrebbe sì dare frutti copiosi in futuro, a fronte però di un presente più ondivago, da costruire/rifondare.
Cominciamo dal fronte tecnico. Il mercato è fermo, immobile. Il ds Alessandro Battisti è in contatto giornaliero con decine tra dirigenti, procuratori e calciatori. Eppure finora non un acquisto nè un rinnovo è stato ufficializzato dal Mantova. Perfino il prestito di Pilati, che sembrava una formalità, si sta rivelando ostico: il Sassuolo temporeggia e in viale Te tocca adeguarsi. Per non parlare di Monachello, che un’offerta l’ha ricevuta (e pure allettante) ma anche lui s’è preso del tempo. Al momento le certezze sono davvero poche: Guccione, Gerbaudo e pochi altri. Se non altro è stato definito l’allenatore (e non è poco). Tuttavia, ad appeno un mese dall’inizio del raduno, era lecito attendersi qualche punto fermo in più. Va detto che questa condizione di stallo accomuna un po’ tutte le società, ed è probabilmente figlia di motivi contingenti. Su tutte la necessità (non semplice) di trovare un equilibrio tra la disponibilità economica dei club, generalmente ridotta dopo l’era-Covid; e le pretese di calciatori e procuratori, in molti casi ancora fermi alle cifre pre-pandemia. Urge, in ogni caso, armarsi di pazienza. Senza perdere di vista l’obiettivo dichiarato: allestire un organico da play off.
E veniamo al fronte societario. Qui altro che stallo: si registrano scosse continue, a prefigurare scenari forse promettenti, certo al momento ignoti. L’imminente ingresso dell’imprenditore veronese Filippo Piccoli con una quota attorno al 40% fa pensare a un graduale disimpegno di Maurizio Setti che, com’è noto, entro il 2024 deve decidere se tenersi il Mantova o il Verona. Su Piccoli è lo stesso Setti a garantire: i due si conoscono da anni e il Gruppo Sinergy (di cui Piccoli è Ceo e fondatore) è da tempo il main sponsor del Verona. Per ora Piccoli si occuperà della parte commerciale, poi vedremo come e quanto andrà progressivamente ad influire su tutto il resto. L’abilità di Piccoli in campo imprenditoriale è conclamata, così come accertata è la sua ampia disponibilità economica. Ma questo – e Mantova lo sa bene – non significa automaticamente vincere nel calcio. Qui serve altro: una struttura solida e organizzata, ma soprattutto persone competenti e capaci. Questa è la sfida che l’Acm dovrà raccogliere e vincere in futuro. Per tornare, se davvero lo vorrà, ai piani più nobili del calcio italiano.