Calcio Serie D – Enrico Dalè, ds del Crema: “Il Mantova è di un altro pianeta”

Enrico Dalè col dottor Ballardini ai tempi del Mantova
Enrico Dalè col dottor Ballardini ai tempi del Mantova

Crema (Cr) A Mantova fu  veni, vidi, vici. Sconosciuto ai più,  Enrico Dalè fu scelto come direttore sportivo del dopo-Lori e firmò subito l’impresa: vittoria del campionato e immediato ritorno dei biancorossi tra i prof. Era la stagione 2010-2011. «È stato l’ultimo Mantova vincente – ricorda – . E quell’esperienza mi è rimasta nel cuore, tant’è che sono rimasto tifoso dei biancorossi. Sono sicuro che quel gruppo avrebbe fatto bene anche in C2, anzi si poteva aprire un ciclo di 2-3 anni. Ma la proprietà di allora mi voleva affiancare altre persone e quindi decisi di andarmene». Dalè ha maturato esperienze, tra capo osservatore e ds, in Parma, Cremonese, Sambonifacese, Rezzato, Pro Patria e Breno. Con Rezzato e Breno ha vinto due tornei di Eccellenza. Da un mese e mezzo è il ds del Crema e domenica affronterà il Mantova per la prima volta da ex.
«Sarà una grande emozione – racconta – , e meno male che non si gioca al Martelli! Brando ha parlato di scontro diretto? Lo stimo molto, ma non sono d’accordo. Il Mantova è destinato a fare un campionato a sè stante. Il girone D non ha niente a che vedere col B dello scorso anno. E i biancorossi hanno una capacità offensiva che nessun’altra squadra può vantare. Quanto a noi, non stiamo attraversando un momento brillantissimo, ma c’è tanta voglia di risalire la china. La proprietà del Crema è ambiziosa e punta a una stagione di vertice, diciamo ai play off. Al di là del risultato, mi aspetto una prestazione gagliarda dalla mia squadra. E al Mantova auguro di tornare dove merita».
Ma quale consiglio può dare all’Acm l’ultimo ds vincente in biancorosso? «Nessun consiglio – risponde lui – . Anzi faccio i complimenti a Righi, col quale ho frequentato il corso scouting. Sia l’anno scorso che quest’anno ha saputo allestire due organici all’altezza del blasone e delle ambizioni del Mantova».