Calcio Serie D – Mantova, parla Altinier: “Attacco da paura? Tutto merito della squadra”

Cristian Altinier
Cristian Altinier

Mantova Da applausi i due gol di Scotto. Ma la rete forse più bella e tecnicamente più difficile, delle tre rifilate dal Mantova al Ciliverghe, l’ha messa a segno  Cristian Altinier: una girata di testa potente e chirurgica, all’altezza del dischetto, che si è infilata nell’angolino. Lui prima minimizza («non mi piace autocelebrarmi»), poi ammette: «In effetti, tra tutti quelli che ho segnato finora, questo è il gol col coefficiente di difficoltà più alto: il cross di Lisi era a rientrare, si trattava di anticipare il difensore, colpire bene la palla, darle forza e indirizzarla nell’angolino. È andata bene».
 Oltre che bello, è stato anche pesante…
«Sì, ha sbloccato una partita tosta. Il Ciliverghe non merita la classifica che si ritrova. Abbiamo disputato una buona gara sia in fase di possesso che di gestione, non concedendo nulla agli avversari. E poi sono due settimane che non prendiamo gol: è un altro bel segnale che ci dà fiducia».
 Quanto ha influito il famoso faccia a faccia nello spogliatoio di 15 giorni fa?
«Premesso che eravamo pur sempre primi in classifica con 3 punti sulla seconda, bisogna ammettere che si era registrata una regressione nel gioco e nell’approccio alle partite. Un appiattamento, certamente inconscio, che poteva essere messo in conto. Serviva una scossa per ritornare ai livelli di inizio campionato ed è arrivata».
 Non si può non celebrare questo attacco delle meraviglie…
«Fosse per me, anche solo per scaramanzia, ne parlerei il meno possibile  (ride, ndr). In realtà, fa davvero impressione che tre attaccanti siano arrivati a doppia cifra già a dicembre. Ma, se è successo, è grazie al lavoro globale della squadra, che ha trovato il giusto equilibrio».
 Ci riveli un pregio di Scotto?
«La cattiveria nel voler determinare».
 E di Guccione?
«Oltre all’efficacia in fase offensiva, direi la buona disposizione al lavoro e al sacrificio».
 E tu quale merito ti riconosci?
«La pazienza. Nel senso che, anche nelle partite nelle quali vengo chiamato poco in causa, non mi faccio prendere dal nervosismo, come magari poteva succedere una volta, ma riesco a ritagliarmi qualche soluzione».
 Domenica a Breno vi aspetta una trasferta anomala…
«Già. L’ingresso vietato ai tifosi si trasforma più in un vantaggio per loro che per noi. E poi l’ultima partita prima di Natale porta sempre qualche incognita in più. Ma questo vale anche per i nostri avversari. E comunque noi non possiamo permetterci distrazioni».
 Non saranno vacanze lunghe: il 5 gennaio si torna subito in campo…
«E questo sinceramente faccio fatica a comprenderlo. Che fretta c’è di ricominciare così presto quando l’ultima giornata è in programma il 3 maggio? Si poteva benissimo rimandare la ripresa al 12 gennaio e giocare una settimana in più a maggio, con giornate più calde, campi più belli e minori rischi d’infortunio».
 Difficile darti torto. Che altro aggiungere, infine?
«Gli auguri ai tifosi. Ma speriamo di farglieli con una bella vittoria domenica».