Calcio Serie D – Pecchini: “Terzo anno decisivo. E il Mantova si rafforza”

Gianluca Pecchini
Gianluca Pecchini

Mantova L’unica vera novità emersa dall’assemblea dei soci di venerdì (a parte quel che già si sapeva) è la nomina di  Gianluca Pecchini a vicepresidente del Mantova. Il dirigente suzzarese, tra gli artefici della cordata che rifondò l’Acm dopo il fallimento del 2017, seguirà da vicino la creazione di Mantovanello, il centro sportivo che dovrebbe sorgere al Migliaretto e che verrà gestito in collaborazione col Sant’Egidio San Pio X.
 È un progetto in cui credete molto, vero Pecchini?
«È una grande opportunità, per il Mantova e per Mantova. Darà la possibilità a tanti giovani di giocare a calcio rimanendo nel loro territorio. Magari non tutti diventeranno dei calciatori, ma non è importante: Mantovanello, oltre che una valenza sportiva, ne ha anche una sociale, ludica, educativa».
 Il centro sarà ovviamente utilizzato anche dalla prima squadra…
«Certo. È un progetto ambizioso, una struttura dotata di campi di gioco, ma anche di servizi ristoro. Lì potrà allenarsi la prima squadra e lì giocheranno tutte le nostre formazioni giovanili. Senza dimenticare le compagini del Sant’Egidio San Pio X, a partire da quella di Seconda Categoria. Il tutto a pochi passi dal Martelli».
 Che tempi vi siete dati?
«Tempi ragionevoli. Ci ritroveremo in settimana con la dirigenza dei Santi e poi col Comune per pianificare gli interventi. L’iter, comunque, è già avviato. Tra un anno contiamo che la struttura sia agibile».
 Veniamo al presente. Si parla di un imminente rimpasto in società: è così?
«Il cantiere è aperto. A breve verrà deliberato un aumento di capitale e lì tireremo le somme. Alcuni soci, come Bettalico, hanno confermato che parteciperanno; altri hanno chiesto qualche giorno per riflettere. Finora l’unico ad aver manifestato la volontà di uscire è Dana e ne abbiamo preso atto».
 Non è un mistero che alcuni soci di minoranza siano in disaccordo con la linea societaria…
«Io ho sempre pensato che l’unione faccia la forza. Il progetto era partito all’insegna della condivisione e, secondo me, dovrebbe continuare in tal senso. È chiaro che non si può tirare nessuno per la giacca, però credo che i margini per appianare certe divergenze ci siano».
 A fronte di possibili uscite, potrebbero esserci anche dei nuovi ingressi?
«Non lo escludo (si parla di un imprenditore romagnolo e dell’ex patron del Castiglione Garbisi,  ndr). E comunque le porte sono aperte per tutti».
 Setti sarebbe in grado di assorbire da solo le quote dei fuoriusciti? E fino a quanto?
«Sono valutazioni che faremo al momento opportuno. Nel caso, comunque, credo che Setti si dimostrerà all’altezza».
 È vero che il budget sarà inferiore a quello della stagione appena conclusa?
«Mi limito a dire che sarà adeguato per vincere il campionato. Siamo al terzo anno, l’obiettivo è quello e non possiamo mancarlo».
 Capitolo allenatore. Perchè separarsi da Morgia?
«Morgia ha fatto un lavoro importante e per questo lo ringraziamo. Detto ciò, la società ha ritenuto opportuno imboccare un’altra strada. La scelta è caduta su un profilo diverso: un tecnico giovane e di belle speranze».
 Molti tifosi non sembrano d’accordo sulla scelta…
«Il calcio è discussione continua, che i social hanno amplificato. Ma qualcuno che decide bisogna che ci sia, anche quando le decisioni sono difficili sotto il profilo umano».
 Perchè la scelta è caduta su Lucio Brando?
«Non entro in competenze non mie. L’allenatore lo sceglie il direttore sportivo».
 Archiviamo definitivamente la questione ripescaggio?
«Nella vita mai dire mai. Tuttavia, quando si programma qualcosa, bisogna farlo in funzione del contesto in cui sei. Noi oggi siamo in Serie D e per quella dobbiamo prepararci. Nel caso si aprissero altre opzioni, vedremo se sarà possibile… attrezzarci per i miracoli».
 Come s’immagina il nuovo Mantova?
«Una squadra grintosa, consapevole del proprio obiettivo. E mi auguro più fortunata negli episodi. Sperando di non trovare un altro Como come compagno di viaggio».
 A proposito: girone B o C?
«È presto per parlarne. Mi limito a dire che siamo di confine col Veneto, il che ci consente di chiedere l’inserimento nel C. Ma la decisione finale spetta ovviamente alla Lega».