Calcio Serie D – Venturini: “Mai accontentarsi. Mantova, solo così andrai in C”

Andrea Venturini
Andrea Venturini

Mantova Per la sua prima esperienza fuori dall’amatissima Romagna,  Andrea Venturini ha scelto Mantova. «Mi mancano la piadina e il mare – ammette – . In compenso ho trovato una città molto bella, simile alla mia Cesena e che ho avuto modo di apprezzare tra settembre e ottobre, nel periodo in cui non giocavo». Già, perchè l’avventura mantovana del 23enne difensore centrale, nativo di Budrio di Longiano, non era cominciata nei migliori dei modi.
 Raccontaci, Andrea…
«Effettivamente è stato un inizio travagliato. A Rimini mi avevano messo fuori rosa insieme a 7-8 compagni: zero allenamenti con la squadra e zero amichevoli. A fine agosto ho accettato l’offerta del Mantova».
 Ma anche qui c’è voluto del tempo…
«Dovevo conoscere l’ambiente, i nuovi compagni, gli schemi di Brando. Ci ho messo un mesetto. Quando sembrava tutto a posto, è arrivato l’infortunio in Coppa Italia a fine settembre, che mi ha costretto a ricominciare da capo».
 Da un mese e mezzo sei titolare fisso. Contro la Calvina, però, ti abbiamo visto uscire sofferente nel finale: cos’è successo?
«Ho avvertito un indurimento al polpaccio e sono uscito per precauzione. Finita questa intervista vado a Cesena per fare un controllo, ma domenica dovrei esserci».
 Com’è cominciato il 2020 del Mantova?
«Secondo me bene. Con la Calvina abbiamo giocato una buona gara, che avremmo anche potuto vincere».
 Rimpianti per non averlo fatto?
«Ma no, un pari contro un avversario così in forma come la Calvina ci può stare. La verità è che loro non sono mai stati veramente pericolosi».
 E i due gol presi?
«Episodi sfortunati, praticamente due regali nostri. Con ciò non voglio gettare la croce addosso a nessuno: si sbaglia tutti insieme, nell’arco di un campionato è normale».
 Sorpreso dalla sconfitta del Fiorenzuola a Breno?
«Non troppo. Ci sono tante squadre temibili, non si può dare nulla per scontato».
 Domenica si torna al Martelli, con la Sammaurese. Per te una specie di derby…
«Eh sì. Sono gare che devi indirizzare subito nella direzione giusta, altrimenti son guai. Della Sammaurese conosco bene Costantini (erano insieme al Ravenna,  ndr): è una squadra che si chiude e può far male in contropiede».
 Quali insidie vi aspettano da qui a maggio?
«Io penso che non dobbiamo mai accontentarci. Bisogna dare sempre il massimo e stare sul pezzo. Se giochiamo come contro la Calvina, il distacco dalle rivali può solo aumentare. Dobbiamo insistere sui nostri punti di forza».
 Quali sono?
«Solidità difensiva, giro palla, cambi di gioco, inserimenti degli esterni… Poi là davanti le nostre punte qualcosa inventano sempre».
 Sei nato nel ’96: ti consideri più giovane o esperto?
«Mi considero un… vecchio giovane!».
 Non segni molto, vero?
«Un gol a stagione. A Mantova me lo sono tenuto per il 2020 (ride,  ndr).
 Qual è il tuo obiettivo per il nuovo anno?
«Riportare il Mantova nei professionisti. È quel che merita questa piazza. Spero anche di giocare il più possibile e di dare il mio contributo alla causa».
 E la prossima stagione?
«Beh, vorrei tornare anch’io ad assaporare la Serie C. Sempre qui, nel Mantova».
 A chi vuoi rivolgere le ultime parole?
«Ai miei compagni di squadra che, per infortunio o scelte tecniche, giocano un po’ meno. Anche a me è capitato e so come ci si sente. Ma per vincere c’è bisogno di tutti. Anzi, anche chi ha giocato meno ti può far vincere una partita, in qualsiasi momento. Perciò, rimaniamo compatti come siamo stati finora e il più sarà fatto».