La VOCE dei tifosi, racconti dai gradoni dello stadio: la festa promozione

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di Chiara Sanguanini

7 aprile 2024, ore 18 e 30.
Guardo in TV Lumezzane Padova.
Da sola, speranzosa.
Al 10° i patavini passano. Ma vaffa…
Ok. Spengo la TV. Meglio lasciar perdere.
Domenica… “… in fondo è una giornata stupida, di alternative non ce n’è…”
(Dalla)
“Serve pazienza” scrive Ezio. “Il Lumezzane gioca senza aggredire” “Solo con noi fenomeni”.
Rassegnazione? Forse.
Eppure alle 20 di “una giornata stupida” arrivano messaggi niente male “Hanno pareggiato!” “Grande Lume” “Aspettiamo, aspettiamo…” “3 minuti di recupero” “Forse 4”.
Un’amica mi chiede “Mantova in B?” “Te lo dico tra 4 minuti”.
Ore 20 e 19 “FINITA!!!” “SIAMO IN B!!!”.
Scateniamo l’inferno! Tiro fuori da una scatola “magica”, chiusa da anni per scaramanzia personalissima, maglie, bandiere e sciarpe biancorosse. Finalmente!!! Sono emozionata. Quasi confusa. E adesso che si fa? Facile!
Si va in città.
Direzione stadio e piazza Cavallotti. Anna guida.
Clacson a tutto spiano, bandiera che sventola dal finestrino.
Saluti, pugni chiusi e Baci a chiunque si incroci. Un’amica mi scrive “Rivolgo una preghiera di ringraziamento al Dio sconosciuto o al Dio delle piccole cose che non c’è da andare a Meda”. Non ci saremmo andate, ma così si racconta la felicità. Mia.
Anche Bice, quanto manca?, mi scrive “Ancora non ci credo!”.
Se fosse a Mantova ci crederebbe: un muro di tifosi circondati da fumogeni rossi, festanti e impazziti di orgoglio e di gioia, sono partiti dal piazzale del Te, stanno attraversando corso Garibaldi e vanno cantando verso il centro. Uno spettacolo.
Dalle finestre gente si affaccia, canta, urla, riprende, agita sciarpe e vessilli.
Petardi, molti petardi. “A par d’esar a Capodanno” mi fa uno. “Molto meglio di capodanno! Questa è festa vera…”.
Sono in un mondo tutto biancorosso, e mi tocca saltare “chi non salta padovano è, è!” Quindi salto: non sono padovana, veronese o cremonese. Salto e mi ripeto, stupita e ancora incredula, come scritto su un due aste “Pensavo di morire prima”.
“Am par da sognar” e invece è tutto vero. Partono fuochi d’artificio e alcuni botti sono così forti che il cuore fa un balzo.
“Ce l’abbiamo fatta!” “Incredibile” “Che serata ragazzi!”. Abbraccio molte persone, anzi le aBBraccio e ogni tanto canto. Anna filma e fotografa il muro umano che pare vittima di un sortilegio. “Sento un brivido… è la curva Te che salta” “E se ne va, la capolista se ne va!” “Quando vedo quelle maglie in campo…”.
Incontro molti ragazzini: hanno gli occhi spalancati di chi sta vivendo un momento incredibile. Alcuni sono stravolti di sonno, ma non vogliono mollare.
Tutti sappiamo che la squadra sta tornando da Meda per festeggiare con noi. Tutti si va verso il Martelli. Ancora fumogeni, ancora canti slogan, petardi.
Quando il fantasmagorico pullman dei nostri campioni appare sulla via è incredibile la voglia di abbracciare i ragazzi ad uno ad uno. Sono fradici, sorridenti, fanno spettacolo e paiono “tuti cot”. “Ubriachi di gioia!” dice uno. Mah, comunque hanno ragione loro.
“Vinciamo domani?” chiedono a Botturi. Lui, abbracciato ad un vecchio tifoso adorante, con gli occhi lucidi e sorridenti risponde “Che cazzo me ne frega…”.
A Mantova è gioia pura e condivisa, ma credo che anche a “Renate” siano contenti… Torno a casa. Stanchissima.
“Forza Mantova, grande
squadra mia.
Il cuore più biancorosso
sarà…” inno ufficiale.
“… c’è che ormai
che ho imparato a sognare
non smetterò…” (Negrita)
Buonanotte biancorossi!