ll ricordo di Giulia Gazzani, figlia del sindaco di Castelbelforte, in una targa voluta dai suoi “ragazzi”

CASTEL BELFORTE –  Quando qualcuno lascia il segno, significa che abbiamo delle tracce incancellabili sulla pelle e nella memoria che ci fanno ricordare momenti di felicità, insegnamento e crescita, anche quando meno te lo aspetti. Non è importante la quantità di persone che ci circondano, bensì la qualità. E Giulia Gazzani, la giovane educatrice scomparsa improvvisamente lo scorso 23 aprile a soli ventisei anni, rientra in questo esclusivo novero. Figlia del vice presidente della provincia di Mantova e sindaco di Castelbelforte Massimiliano Gazzani e di Vera Volpi, Giulia lavorava in uno dei reparti del dipartimento disabilità della Fondazione Sospiro, in provincia di Cremona. Lì si era fatta subito apprezzare dai colleghi e soprattutto da quelli che definiva i “suoi” ragazzi, giovani autistici che vedevano in lei una “sorella”. Tanto che in loro la presenza di Giulia aleggia ancora potente. Presupposto che ha dato impulso al presidente della Fondazione Sospiro, Giovanni Scotti, e alla coordinatrice delle educatrici Luciana Ferrario, ad organizzare qualcosa di veramente speciale in occasione del 2 ottobre, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra gli “Angeli custodi”: lo scoprimento di una targa che possa contribuire ulteriormente a mantenere viva la memoria di Giulia. Alla cerimonia hanno partecipato anche i genitori, il fidanzato Davide e le amiche del cuore Alessia, Valentina e Martina. «Una sorpresa che ci ha commosso, perché è veramente emozionante constatare il ricordo così bello che Giulia ha lasciato tra i ragazzi e i colleghi di lavoro. E questo ci rende enormemente orgogliosi», ha commentato papà Massimiliano. La targa è stata esposta nel corridoio del reparto dove la 26enne prestava servizio, portando sempre la sua competenza e il suo sorriso al servizio dei più fragili. Accanto alla sua foto, la scritta «Non va perduto ciò che si è donato». Ci sono persone che lasciano un segno indelebile nel loro percorso terreno. Non sono tanto quelle che danno il meglio di sé, ma quelle che riescono a tirare fuori il meglio dagli altri. Giulia era fra queste.

MATTEO VINCENZI