La VOCE dei tifosi. Racconti dai gradoni dello stadio

tifosi mantova_01

di Chiara Sanguanini

Stadio? Pieno in curva e in tribuna.
Temperatura? Perfetta.
Campo? Curato e senza patate.
Tifo? Solito, ottimo e abbondante.
Risultato? Sob! Sigh!
E’ andata male: prima sconfitta in casa! Si torna con le pive nel sacco.
“Non lasciarmi andar via, non lasciare che sia, una canzone d’amore buttata via…”
(Vasco)
Incazzati? Sì.
Delusi? Molto.
Eppure… ore 14.
“Vogliamo vincere, la curva Te vuole vincere…”
(Ultrà)
Con me, Bea, 15 anni, tifosa per amore.
No, non del Mantova… di un ragazzo che sta in tribuna.
“E tu che ci fai in curva?”, “Guardo se lo vedo”.
Si sistema dietro me, dà un’occhiata in tribuna e comincia a battere le mani a tempo… Bea-ta gioventù.
Inizio: il Mantova gioca bene.
8° Dai, dai dai NoooOOoooOOOoooo!!!!
Fiori! Fuori per un soffio. “Chi ben comincia…”.
E’ un’illusione. Inizia un lunghissimo tiki taka dal 10° al 40°.
Noia. Mugugni.
“Ancora?” “Dai!” “Veloci” “E sempar con sti pasagini” “Ma varda Redolfi, si aggiusta addirittura i capelli con la palla ai piedi” “Eh sì, as dà anca al gel” “Ma il Mantova lo sa che deve giocare oltre la linea di metà campo?” “E Fiori?” “E’ un Fiore appassito”.
Intervallo.
“Possanzini, svegliali!” “Caffèeeeee!”.
Bea “L’ho visto!” “Il gol?” “No, lui!” Occhi a cuore.
Secondo tempo: il Mantova gioca meglio, ma non passa.
Al 21° errore in difesa, anzi in area e… gol del Trento.
“Frittatona alla Fantozzi” “Indigeribile” “Hai visto che hai fatto la cappella?” “Al savevi me, a forsa ad dai e dai…” “I grandi vantaggi della costruzione dal basso” “Sbagliare capita, però così…” “Era nell’aria” “Colpa della Prussia!” “???” “Nel 1866 la Prussia si allea a noi e così strappiamo all’Austria Veneto e Trentino. Ma Prussia, fat i cassi tui” (Nei momenti di sconforto vale tutto, anche qualche errore storico).
Nonostante i cambi, nonostante il tifo il risultato resta uguale.
“Partita regalata” “Mister, perché hai tenuto in campo Fiori?” “Mister, i cambi mister, sono stati un mister-o”.
“Ok, testa a Caravaggio”.
Gli ultrà chiamano a gran voce la squadra sotto la curva e applaudono i giocatori; noi, tifosi normali, quindi passibili di sentimenti strettamente legati al risultato, usciamo mestamente e incazzati dal Martelli.
“As pol mia perdar atsè”.
Bea lo ha visto.
Io no. Parlo del Mantova, naturalmente.