Pallavolo – Mantua me genuit: l’Italia Mondiale ha mosso i primi passi alla GP Arena

quir
Gli azzurri ricevuti al Quirinale dal presidente Mattarella

Mantova Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. A meno di un anno dalla finale europea, gli spalti della Spodek Arena di Katowice, tinti dal rosso e bianco del pubblico polacco, sono stati testimoni della finale del Campionato del mondo di pallavolo 2022, in cui i padroni di casa della Polonia hanno ceduto lo scettro alla squadra italiana.
Gli Azzurri hanno trionfato nella tana degli avversari, detronizzando i detentori del titolo e conquistando il trofeo iridato per la quarta volta nella storia. I “Giovani Ribelli” guidati da Fefè De Giorgi si sono già consacrati nel giro di un anno e ora hanno messo nel mirino le Olimpiadi di Parigi 2024. Il Ct era in campo in occasione dei tre trionfi della “Generazione dei Fenomeni” e domenica ha firmato il suo primo sigillo iridato da allenatore. La sua avventura sulla panchina della Nazionale, vale la pena ricordarlo, è iniziata da Mantova con i due collegiali effettuati nel mese di agosto del 2021 durante i quali ha plasmato l’Italia giovane e sfrontata che ha vinto subito l’Europeo e, un anno dopo, è tornata sul tetto del mondo.
Il tecnico pugliese ha convocato 14 atleti per i Mondiali: ben dodici erano esordienti assoluti nella rassegna iridata, il capitano Simone Giannelli aveva giocato anche nel 2018 (eliminazione nella terza fase a gironi, alle porte delle semifinali), mentre il veterano era Simone Anzani con tre presenze (il centrale indossò la maglia anche nella mesta spedizione del 2014, sempre in Polonia).
L’età anagrafica media di questo gruppo è di 24 anni. Il 26enne regista Giannelli è stato premiato come MVP del torneo. L’opposto Yuri Romanò (25 anni) è stato l’eroe del mitico tie-break contro la Slovenia lo scorso anno e in questi Mondiali ha ruggito da titolare: il brianzolo vanta 37 presenze in azzurro, nonostante abbia avuto pochissimo spazio in SuperLega a Milano (chiuso dal francese Jean Patry). Ma la stella conclamata del gruppo è il castiglionese Alessandro Michieletto, che spegnerà 21 candeline il prossimo 5 dicembre. Il «muchacho que ataca bien», come l’ha definito Nicolas Vives Coffibny, allenatore di Cuba, dopo l’ottavo di finale contro gli azzurri. E che da un altro cubano, Osmany Juantorena, ha ereditato la maglia numero 5. Ale ha curiosamente esordito con l’Italia in un match contro la Polonia il 28 maggio del 2021 in Nations League. I biancorossi, in quell’occasione, si imposero per 3-0. Ma in un anno il Mondo si è ribaltato. «E’ una sensazione bellissima, un altro sogno divenuto realtà – ha commentato a caldo lo schiacciatore della Trentino Volley, nato e cresciuto a Castiglione – è stata un’altra battaglia, abbiamo voluto questo risultato, ma abbiamo dimostrato di averne di più. Sono davvero orgoglioso di come siamo riusciti ad avere ragione di una squadra composta di grandissimi campioni. Loro forse avevano un po’ più di pressione, ma non è stato facile giocare in un ambiente così caldo, è stata davvero una sensazione fantastica».