MOTTEGGIANA «Ci abbiamo sperato fino all’ultimo, ma non si sa quando finirà tutta questa situazione; quindi è giusto aver rinviato Olimpiadi e Paralimpiadi». Queste le parole di Matteo Cattini, capitano della Nazionale di Pesistica Paralimpica, a seguito della decisione del Cio di rinviare la kermesse di Tokyo2020 all’anno prossimo, a causa dell’emergenza Coronavirus. «Anche perché nel frattempo sono saltate tante gare di qualifica ed è corretto dare a tutti gli atleti la possibilità di puntare al pass olimpico». Per l’azzurro, con il sogno a 5 cerchi rimandato al 2021, cambia anche la preparazione: «Prima facevo allenamenti ad alta intensità, ma dalla prossima settimana si passa a fare “volume”. Si va a tutta solo prima delle competizioni. Rallentare? Certo che no, è solo l’allenamento tipico che si fa quando le gare sono da poco terminate e sono più lontane. Man mano che ci si avvicina sale l’intensità. Continuiamo comunque a lavorare, con il mio tecnico Micaela Comini, e poi appena si saprà quando tutto ripartirà, ci organizzeremo. Anche il numero degli allenamenti resta uguale. Quando ero qui ne facevo 7/8 la settimana, a volte 9, ma ora che mi sono trasferito a Roma ne faccio sempre 9, o 12 vicino alle gare». Matteo dal 2018 lavora in Federazione nella Capitale e si allena al Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti”. Casa però resta sempre Torricella di Motteggiana. «Erano due mesi che non tornavo. Ora mi alleno in garage con la mia attrezzatura, ma devo dire che fa un po’ freddo… Continuo ad avere delle contratture, ma è normale». Un anno in più a disposizione: «E’ una situazione strana. Da un lato è un bene perchè abbiamo tanto lavoro ancora e possiamo organizzarci. Prima noi atleti eravamo in un limbo, quando non si sapeva cosa sarebbe stato deciso e mantenere la concentrazione era difficile. Dall’altro lato, sei vicino al risultato, hai lavorato per ben quattro anni e adesso ne hai davanti ancora un altro. Io però darò sempre il massimo perché l’obiettivo non cambia».