Rugby – Gianni Fava si candida a consigliere Fir: “Le società devono tornare al centro”

Gianni Fava
Gianni Fava

VIADANA Gianni Fava scende in campo. E’ stato sindaco, parlamentare ed assessore regionale per la Lega Nord. Grande anima del rugby viadanese, nonchè ora presidente dell’Associazione Rugby Viadana 1970 a fianco del club giallonero di Top 10, si candida a consigliere federale nella lista di Giovanni Poggiali alle prossime elezioni Fir, previste per il 13 marzo a Roma. Appoggia quindi l’associazione “Pronti al Cambiamento”, tra i cui soci fondatori troviamo Franco Tonni, altro nome illustre della palla ovale viadanese legato agli storici trionfi gialloneri. «E’ stato Poggiali – spiega Fava – a chiedere la mia disponibilità. Ci conosciamo da tempo e ci siano confrontati spesso. Me lo aveva proposto già un anno fa. Domani (oggi, ndr) saranno protocollate le richieste delle candidature. Dieci consiglieri: 7 per i club, 1 per l’allenatore e 2 per i giocatori. Potrebbe essere un cambiamento, davvero una svolta: il rugby ne ha bisogno. Io ho un buon rapporto personale con Gavazzi (il presidente uscente, ndr), tanto che lui stesso mi aveva chiesto di entrare nella sua squadra. Gli ho risposto di no perchè appoggiavo un altro candidato. Tra l’altro mi aspettavo un passo indietro da parte sua – lo avrei giudicato positivo – ma non credo che lo faccia al termine del mandato. Si presenterà ancora. Io ho sposato un progetto che mette al centro i club, e questo è una novità. Le società hanno perso di peso, sono meno importanti e si sono impoverite, così come il massimo campionato. Le scelte della Federazione per la crescita del movimento e dei giocatori non hanno prodotto i risultati sperati: il fallimento delle Accademie è sotto gli occhi di tutti. Il dibattito di questo giorni sugli equiparati, sul continuo cercare atleti altrove per la Nazionale, lo testimonia. La formazione tolta ai club, a favore della Federazione, non ha prodotto effetti. L’esempio lo ha dato anche la gara sabato della mia società a Reggio. Un tecnico con un gruppo di bravi ragazzi e niente più, senza nomi altisonanti, è andato a giocare sul campo di una corazzata ottenendo una grande vittoria. Credo che la guida tecnica, non solo nella Federazione ma anche nei club, possa fare crescere il movimento e sia un segnale di discontinuità con il passato». Fava ha già in mente la sua battaglia: «La mia lotta sarà sulla categoria arbitrale. Per partite belle servono arbitri di livello, che lascino giocare, e sono troppo pochi. Vanno formati. Inutile fischiare ogni 4 secondi così da spezzettare la gara di continuo: lo spettacolo perde di interesse, i tifosi e gli sponsor si allontanano. In più viviamo il dramma dell’abbandono, aggravato dall’emergenza Coronavirus. Che si pagherà già dalle prossime stagioni, minando la sopravvivenza delle società. Pensiamo solo ai nostri ragazzi che da un anno non si allenano… E’ il momento delle scelte e di un progetto per il rinnovamento: il rilancio della Fir parte dalle società». L’ex parlamentare si presenta con grande tranquillità: «Non ho fatto calcoli e anche nel rugby – come in politica, siamo in Italia – ci sono i portatori di voti, di deleghe. Sappiamo che dovremo fare i conti con queste liturgie. Non è il mio tipo di gara. Io ho dato la mia disponibilità: se sarò eletto, farò il mio meglio. Altrimenti non sarà un dramma. E’ una scelta a prescindere, di campo, convinta e non per ambizioni personali». Perchè votare Poggiali e perchè votare Fava? «Credo che la storia di rapporti e relazioni che ho costruito nel tempo possa servire a tutti i livelli istituzionali. Questo è mancato al rugby, chiusosi in un isolamento dorato. Oggi c’è bisogno di intrattenere relazioni con le Istituzioni. Ho un bagaglio personale di relazioni e anche esperienza come amministratore pubblico: poi valuteranno i presidenti».