Sci alpino – Sofia Goggia argento vivo: una medaglia made in Bagnolo

Sofia Goggia con Matteo Benedini e Roberto Galli al Fisiocenter di Bagnolo
Sofia Goggia con Matteo Benedini e Roberto Galli al Fisiocenter di Bagnolo

BAGNOLO SAN VITO «Mola mia» Sofia. I miracoli a volte possono succedere. Gliel’hanno detto in tanti negli ultimi giorni, quelli dopo l’infortunio e prima della discesa olimpica. Sofia non ha mollato – quando mai? – e ha realizzato una delle più grandi imprese dello sport azzurro. Seconda nella libera a cinque cerchi sulla pista di Yanqing, 23 giorni dopo il ruzzolone di Cortina, davanti all’altra azzurra Nadia Delago, battuta soltanto dalla svizzera Corinne Suter, campionessa del mondo in carica. Dalle lacrime sull’Olimpia (delle Tofane) all’urlo di gioia di Olimpia (in Cina): è argento. Un risultato che ha del miracoloso e che nasce lontano dalla neve, proprio qui a Mantova. Le tappe sono note. Il 23 gennaio l’infortunio a Cortina: stiramento del crociato e infrazione al perone, la diagnosi sembra impietosa. I Giochi di Pechino sono alle porte, inizia la corsa contro il tempo per tentare il recupero in extremis. Il giorno successivo la Goggia era già al Fisiocenter di Bagnolo, che frequenta da quando aveva 17 anni. Matteo Benedini e Roberto Galli hanno seguito passo dopo passo il lavoro dell’atleta bergamasca e ieri notte erano davanti alla tv a fare il tifo. «Mi sono emozionato – commenta Galli -. Sofia ha recuperato da diversi infortuni, ma questo è stato duro. L’argento è tutto suo, ha avuto una grande determinazione». Settimane di terapie, test e una sciata prima di volare a Pechino. Un paio di prove in pista, tanto per saggiare la neve, e poi giù, come una valanga, fino al traguardo olimpico. Medaglia d’argento. E dopo la gara parte la video chiamata. «Ci siamo sentiti – rivela Galli – mi ha fatto vedere la medaglia e abbiamo gioito insieme».
Nelle dichiarazioni post gara, con l’argento vivo addosso, Sofia ha voluto condividere i meriti con chi l’ha seguita nelle ultime, durissime, tre settimane. «Sono orgogliosa di questa medaglia – ha detto – non era affatto scontata dopo l’infortunio di Cortina. Ma ho avuto la fortuna di essere assistita da persone che, anche prima di me, hanno creduto nella possibilità di rimettermi in piedi. E mi hanno trasmesso tutta la loro fiducia. Se nei giorni scorsi mi avessero detto che avrei fatto argento, avrei firmato». E poi aggiunge: «Ho dato tutto quello che potevo. Sono stata davvero contenta della mia sciata. Mi sentivo come se la velocità fosse lì nella parte alta perché saltavo davvero molto, ovunque. È ancora una medaglia. È ancora una grande medaglia. È una medaglia incredibile per le condizioni degli ultimi 20 giorni. Ci ho veramente creduto, anche nelle giornate più buie ho avuto in me una luce che mi ha guidata, e di questo sono grata. Riuscire a trovarla e farla tua non è semplice». E poi rilancia: «Io a Milano-Cortina 2026 ci sarò. Sarà l’alba del mio tramonto agonistico».