MANTOVA L’anno scolastico è ripreso da dove era terminato, soprattutto dai disagi che gli studenti pendolari devono affrontare ogni giorno per raggiungere la città, e tanto per cambiare la Bassa è sempre più lontana dal capoluogo, una distanza non solo chilometrica ma anche temporale visti i mezzi pubblici messi a disposizione dei pendolari. Mezzi in condizioni fatiscenti: “vecchi, maltenuti, e in alcuni casi addirittura pericolosi per l’incolumità dei passeggeri”. A denunciarlo è una giovane studentessa del quarto anno insieme ad altri suoi compagni di sventura. “Durante una delle ultime corse – racconta la ragazza – un pezzo della carrozzeria è caduto su di me e su altri ragazzi, e siamo stati costretti a viaggiare con parti metalliche instabili e viti affilate dietro la schiena. O ancora altre volte costretti a viaggiare seduti su sedili rotti che si sfilano via, bus vecchi che ripetutamente si rompono e che costringono gli studenti a entrare in ritardo a scuola o tornare a casa ore dopo, vetri che esplodono, viaggi con le porte aperte, alcune fermate sono in mezzo alla campagna, e i ragazzi costretti nei giorni di nebbia ad attivare la torcia del telefono per farsi vedere dall’autista.







A questo si aggiungono sovraffollamento cronico, corse insufficienti e un servizio completamente inadeguato soprattutto per una zona come la nostra. A Pegognaga passano nemmeno due corse al giorno: molti di noi sono costretti a scendere a Polesine e a farsi venire a prendere dai genitori, oppure ad aspettare ore per un mezzo successivo (quando c’è). E allora – conclude la giovane – la domanda che mi pongo è: vale davvero la pena pagare 88/89 euro mensili quando poi devo supportare altre spese in biglietti del treno o scomodare i miei genitori da lavoro, utilizzare la macchina , e farmi venire a prendere ???”. Inoltre nel periodo estivo Pegognaga non è coperta da nessun tipo di bus”.









































