Contaminazioni area Sin nel Polo Chimico, in 11 sotto accusa per il filone ex Ies

MANTOVA – Con la costituzione delle parti civili, nello specifico Comune e Provincia di Mantova, si è di fatto aperta ieri la fase preliminare del secondo filone processuale, circa la contaminazione da agenti inquinanti del polo chimico di Mantova, inserito nel sito d’interesse nazionale (Sin) e relativa, in siffatto caso di specie – dopo i recenti rinvii a giudizio di Edison Versalis e Syndial – alle aree afferenti l’ex raffineria Ies. Dopo due battute d’arresto consecutive, occorse per difetti di notifica in capo ad alcuni indagati stranieri sui dieci totali – tutti amministratori del gruppo Mol, più la stessa società – si è quindi finalmente instaurata l’udienza innanzi al gup Antonio Serra Cassano, e destinata poi ad entrare nel vivo della questione già nella seduta del prossimo 16 settembre. Una vicenda quella per inquinamento e omessa bonifica del Sin virgiliano che aveva visto la procura di via Poma, a conclusione di un’articolata indagine, chiudere il cerchio nel novembre 2020 su un’inchiesta a triplo binario, scattata a metà del 2016 – dopo la relazione approvata nel febbraio di quell’anno dall’apposita commissione parlamentare istituita per far luce sugli illeciti ambientali perpetrati ai danni del Sin “Laghi di Mantova e polo chimico – con il preciso scopo di tirare le fila in via definitiva, di quanto già fatto in passato, sulla falsa riga degli accertamenti condotti a più riprese circa il capitolo afferente la Colori Freddi San Giorgio. All’esito di una complessa attività di verifica effettuata sul campo da Arpa Lombardia e Nucleo operativo ecologico dell’Arma dei carabinieri, sotto l’egida di Ministero dell’Ambiente e Provincia di Mantova, si era così giunti all’individuazione di specifiche responsabilità – su cui si dibatterà – in capo alle aziende oggi proprietarie dei terreni oggetto di analisi, vale a dire da una parte Edison (nonostante la cessione del ramo d’azienda), Versalis e Syndial e dall’altra l’ex raffineria Ies. Tali responsabilità penali non atterrebbero però ad una contaminazione cosiddetta storica ma ai ritardi circa l’avvio dell’iter di bonifica delle varie aree. In generale, stando alle risultanze investigative, nel sito sarebbe stata rinvenuta una forte contaminazione di suolo, sotto suolo e falda acquifera da metalli pesanti, principalmente mercurio per le aree lacustri e fluviali. A loro volta, le acque di falda presenterebbero una contaminazione da solventi organici aromatici, idrocarburi, solventi organo-alogenati e metalli pesanti, nonché la presenza di surnatante costituito da un misto di sostanze solide e liquide provenienti da lavorazioni chimiche.