MANTOVA A sette giornate dalle fine, e con obiettivi tutt’altro che acquisiti, sicuramente non era preventivato ritrovarsi davanti a trenta minuti su quaranta giocati a marce basse, che risultano prossime al motore spento se davanti hai una squadra molto forte in fiducia come Torino. Un mix che ha permesso alla squadra di Cavina di strappare lo scalpo degli Stings dopo appena 10’ minuti. Una prestazione che ha fatto infuriare la dirigenza, tanto che il presidente Adriano Negri e il consigliere d’amministrazione Paolo Cenna sono poi entrati nello spogliatoio per tenere a rapporto la squadra con toni che si sono percepiti all’esterno come tutt’altro che pacati. A mente fredda Cenna non smorza la volontà di scuotere l’ambiente: «Facciamoci su le maniche e mettiamoci l’elmetto in testa in modo da arrivare il più presto possibile a qualche buon risultato. Non siamo quelli visti domenica, non possiamo essere questi. Faccio un richiamo all’unità, alla volontà di uscirne insieme, senza alibi né colpevoli. Purtroppo è stata la fotocopia dell’andata: siamo usciti dalla partita dopo 6/7 minuti, domenica dopo 10. Tutti sappiamo che Torino è una corazzata, ma c’è modo e modo di affrontare le partite ed eventualmente di perderle. Abbiamo perso tanti palloni e preso troppi pochi rimbalzi. Alle imperfezioni del nostro gioco dobbiamo sopperire con cuore e unità di intenti, bisogna accettare che qualche compagno possa sbagliare un pallone e cercare di dagli ancora di più una mano. Quando abbiamo giocato in questo modo ci siamo tolti delle soddisfazioni. Voglio sperare che sia stata l’ultima partita giocata così, spero sia stata cancellata velocemente dalla testa e che siamo pronti a guardare avanti. Voglio fare anche un richiamo all’abnegazione, allo sbucciarsi le ginocchia. Ogni partita parte 0-0, le imprese si fanno credendoci e lottando, altrimenti proprio domenica Trento non avrebbe battuto l’Olimpia Milano 61-60». Domani trasferta a Trapani: «Non faccio voli pindarici, un conto sono le aspettative e un conto è la realtà. È difficile cambiare atteggiamento in due giorni, però serve impegno. Pensare di meno, giocare più d’istinto e cercare di morire cestisticamente su ogni pallone. A Trapani servirà il coltello tra i denti».
Multa – Ammenda di 1.000 eu per offese collettive e frequenti nei confronti degli arbitri e di due tesserati avversari ben individuati (Pagani e Alibegovic). Deplorazione per Adriano Negri (presidente Staff) per comportamento protestatario nei confronti degli arbitri.
Leonardo Piva