MANTOVA – Due infermiere sospese perché non si sono ancora sottoposta alla somministrazione del vaccino anti-Covid e altre due “No Vax pentite” reintegrate in servizio per essersi sottoposte alla vaccinazione. Saldo invariato al Poma sul fronte dei dipendenti No Vax, ma un segnale chiaro di quella che è la linea intrapresa dai vertici della stessa Asst di Mantova riguardo coloro che per motivi che esulano da ragioni specifiche quali problemi di salute o altre situazioni vincolanti, non vogliono essere vaccinati. Sono circa 25 i dipendenti-dissidenti del Poma che sono stati sospesi senza stipendio e con blocco dell’avanzamento a livello pensionistico già dalla fine dello scorso luglio. I provvedimenti formalizzati venerdì scorso rientrano nell’attività ricognitiva che viene fatta praticamente ogni giorno dal Poma. Già lo scorso 31 agosto sull’albo pretorio di Asst Mantova era stato pubblicato il decreto a firma del direttore generale Raffaello Stradoni in cui veniva di fatto reiterata la sospensione di una ventina di dipendenti No vax. «Una situazione sempre molto fluida» aveva spiegato in quel frangente Stradoni, come viene confermato da queste ultime quattro segnalazioni da parte di Ats Val Padana, ente che monitora l’intera situazione. In partenza erano 68 le posizioni da sottoporre ad accertamenti nel distretto mantovano di Ats. Al termine di questi accertamenti sono rimasti 24 dipendenti “No vax” nei confronti dei quali è scattata la sospensione senza stipendio. Ora due se ne sono aggiunti due sono stati tolti, ma l’ospedale non è ancora “No vax free”.