Violenza sessuale su minori: ex allenatore di calcio condannato a 16 anni. Tra le vittime anche i suoi figli

MANTOVA Mandato assolto dalle contestazioni più risalenti, in quanto già cadute in prescrizione, e contestualmente condannato a ben 16 anni di reclusione per le restanti non ancora estinte, a fronte dei 20 anni complessivi avanzati dal pubblico ministero Elisabetta Favaretti. Un verdetto decisamente pesante, quello emesso ieri dal collegio giudicante presieduto da Giacomo Forte, nei confronti di un 60enne italiano, all’epoca dei fatti residente nell’Alto Mantovano e poi emigrato in Germania, finito a processo per l’ipotesi di violenza sessuale su minori, aggravata dalla continuazione temporale. Una vicenda quella a lui ascritta afferente ad almeno una dozzina circa di anni fa, quando le vittime erano tutte pressoché ragazzini.
A far scattare le indagini del caso, partire però solo nel 2020, le denunce presentate quattro anni prima dalle stesse parti lese. Spartiacque per quanto concerne la prescrizione del reato, l’ottobre del 2012. In tale contesto infatti, stando alla tesi inquirente poi avallata nel dispositivo, l’uomo – difeso dall’avvocato Stefania Magnani – aveva posto in essere tra le mura domestiche reiterate molestie e costrizioni di natura sessuale in danno dei figli nonché di altri ragazzini, figli di amici o vicini, oppure da lui allenati a calcio a livello amatoriale. In particolare, tramite perlopiù palpeggiamenti, toccamenti nelle parti intime e rapporti orali, anche se non era mancata una precipua accusa concernente un rapporto sessuale completo.
Addebiti rispediti in toto al mittente in fase dibattimentale dall’imputato, al contrario vittima – secondo la propria versione – di una mera vendetta dell’ex moglie la quale, non ricevendo mai da lui nemmeno un centesimo a titolo di assegno familiare, aveva così deciso di aizzare i due figli maschi contro il padre. Ma ad inguaiarlo ulteriormente, alla luce altresì di quanto sentenziato dai giudici, erano state le deposizioni di due delle cinque persone offese che però, al tempo, non avevano mai provveduto a presentare denuncia-querela ai carabinieri. Stando infatti ai testi – entrambi giovani nordafricani all’epoca di soli 15-16 anni e spesso affidati dai genitori all’accusato – questi erano stati in varie occasioni obbligati, a spogliarsi, masturbarsi e a subire rapporti orali dal 60enne. Già annunciata istanza difensiva in appello.