MANTOVA – Approcci più o meno espliciti non solo perpetrati nei confronti della figlia della propria compagna ma anche di altre donne, tra amiche della persona offesa e vicine di casa. Con queste accuse era finito sul banco degli imputati, circa l’ipotesi di violenza sessuale, un 45enne cittadino dell’Est Europa residente nell’Alto Mantovano. Una vicenda risalente nello specifico al quadriennio 2016-2019 e che vedeva come unica parte civile, con l’avvocato Viviana Torreggiani, proprio la “figliastra ” dell’uomo oggi 25enne. Ed era stata proprio questa, in apertura d’istruttoria, a rievocare in aula i fatti oggetto del procedimento. In sostanza, stando al suo racconto, la ragazza sarebbe stata vittima di reiterate molestie a sfondo sessuale messe in atto, dietro un apparente affetto paterno, fin da quando lui, messosi insieme con sua madre, si era trasferito a casa loro. Nel dettaglio l’ampia gamma di avance e tentativi di avvicinamento sarebbero constati in abbracci, carezze, baci sul collo e sulla guancia, nonché da un certo punto anche baci e palpeggiamenti sul seno. Un modus operandi che, sempre stando al novero delle testimonianze, sarebbe stato praticato non solo con lei, in un periodo iniziale in cui tra l’altro era ancora minorenne, ma altresì con altre, come alcune sue amiche abbordate dall’uomo su Facebook. Fino all’aprile di sei anni fa quando la giovane, che nel frattempo aveva pure cercato di far aprire gli occhi alla madre, si era decisa a denunciarlo ai carabinieri. Addebiti però alla fine decaduti a fronte di una sentenza di assoluzione disposta l’altro ieri dal collegio dei giudici così come anche richiesto in requisitoria dal pubblico ministero.