Abusi sessuali alle figlie minorenni della compagna, 30enne a giudizio

MANTOVA Avrebbe approfittato della momentanea assenza della propria compagna convivente per perpetrare, in più occasioni, abusi sessuali nei confronti delle due figlie della donna, all’epoca entrambe infra diciottenni. Con l’accusa di violenza sessuale su minori è così finito a processo un trentenne italiano residente in un comune del Viadanese.
I fatti a lui ascritti risalivano nello specifico al 2016, quando una denuncia presentata ai carabinieri il 4 marzo di quell’anno dalla madre delle presunte vittime aveva fatto scattare le indagini del caso. Stando alla ricostruzione inquirente infatti, la donna, di nazionalità rumena e giunta in Italia qualche anno prima per lavorare come badante, dopo aver rilevato atteggiamenti strani da parte delle figlie, a quel tempo una di 10 e l’altra di 17 anni, avrebbe fatto in modo attraverso apposite domande che le due si confidassero con lei, per comprendere il motivo e la natura di tale loro disagio.
Preso il coraggio a quattro mani le ragazzine avrebbero quindi confessato di ripetuti abusi e molestie sessuali messe in atto nei loro confronti dal fidanzato della madre, quando questa, soprattutto di notte, era fuori casa per lavoro. Nel caso della figlia più grande, inoltre, facendo leva su una sorta di corteggiamento avrebbe altresì perpetrato ai suoi danni rapporti sessuali completi. Ieri mattina, davanti al collegio dei giudici di via Poma, è di fatto iniziata l’istruttoria dibattimentale del processo a lui instaurato. Chiamato a salire sul banco dei testimoni un maresciallo dell’Arma della compagnia carabinieri di Casalmaggiore che all’epoca aveva raccolto la denuncia presentata dalla donna. Irreperibili al momento, però, sia le due persone offese che la madre, a quanto pare trasferitesi nel frattempo all’estero, forse emigrate in Gran Bretagna. Prossima udienza il 25 settembre.