Abusi sessuali alle figlie, padre stangato

MANTOVA Reiterati episodi di abusi sessuali perpetrati ai danni delle figlie all’epoca minorenni. Con queste accuse, nel 2018, era stato rinviato a giudizio un 48enne italiano residente nell’Alto Mantovano. Stando al capo d’imputazione i fatti a lui ascritti sarebbero occorsi in un arco temporale lungo una decina di anni e iniziati quando le tre figlie erano poco più che bambine. Una vicenda su cui gli inquirenti avevano iniziato ad indagare nella primavera del 2016, dopo che una delle due presunte vittime, l’unica in realtà a costituirsi parte civile, aveva trovato il coraggio di denunciare il padre; a segnalare il caso alla competente procura dei minori di Brescia ci avevano pensato inoltre anche i servizi sociali comunali dopo una fitta serie di colloqui avuti a suo tempo con tutte e tre le ragazze. All’apertura del processo, davanti al collegio, aveva sfilato in qualità di teste anche l’ex moglie dell’imputato. Nel corso della sua deposizione la donna aveva ripercorso le tappe della loro turbolenta relazione terminata legalmente nel 2019 dopo 24 anni di matrimonio. Stando al suo racconto il marito avrebbe da sempre manifestato atteggiamenti particolari nei confronti delle due figlie più grandi. Comportamenti che andavano dalle richieste di poter fare la doccia con loro, a ripetuti palpeggiamenti, soprattutto a seni e glutei, spingendosi addirittura a spiarle di nascosto in bagno. Ma mentre la figlia maggiore sarebbe stata contraria a quelle ossessive attenzioni quella mezzana invece, all’epoca adolescente, non avrebbe mai manifestato alcun disagio. Ieri l’epilogo giudiziario della vicenda in primo grado. Conclusa l’istruttoria il collegio, riconoscendo l’imputato colpevole lo ha condannato a 5 anni di reclusione esattamente la metà di quanto chiesto in requisitoria dal pubblico ministero Carmela Sabatelli.
Lorenzo Neri