Anpi sulla guerra in Ucraina

Foto LaPresse - Claudio Furlan 10/08/2019 Milano , Italia Cerimonia in ricordo del 75/mo anniversario dell'eccidio di piazzale Loreto

MANTOVA La Sezione ANPI CGIL Mantova “Giuseppina Rippa- Vittorio Veronesi” esprime forte
preoccupazione per l’invasione e l’attacco armato della Russia alla Ucraina iniziato il 24 febbraio .
Questa guerra sta distruggendo un paese il cui Governo è stato eletto democraticamente.
Si attaccano valori su cui è nata anche la nostra Repubblica e che costituiscono il fondamento
dell’Europa: la libertà, la democrazia e la convivenza pacifica.
Vengono bombardate molte città con spargimento di sangue tra civili, donne e bambini che stanno
cercando di resistere alla brutalità degli assalti militare da ogni parte del paese . Migliaia di
profughi abbandonano le proprie case che bruciano, terrorizzati da questa assurda aggressione .
Non possiamo accettare la guerra in Ucraina e non vogliamo giustificarla, come tutte le guerre che
sono sparse in nel mondo.
Non ci sono diritti legittimi da rivendicare , ma potere che si vuole esercitare su un popolo che,
come tanti altri dell’est e dell’ex Unione Sovietica dopo la caduta del muro di Berlino, vuole
scegliere l’Europa.
L’art. 11 della nostra Costituzione dichiara che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa
alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Noi
chiediamo che la guerra finisca al più presto e che si possa tornare alla pace e a una convivenza tra
popoli che si possono confrontare con lo strumento democratico del dialogo.
Sono già passati troppi giorni e ogni ora di guerra porta morte e distruzione che rimarranno impressi
nelle menti delle popolazioni civili che ne stanno pagando il prezzo più alto.
L’ ONU come forza di pace non può rimanere indifferente , deve riportare la Russia sulla strada del
confronto pacifico , chiamare Putin ad accettare la liberà dei popoli sovrani e acconsentire anche il
dissenso interno che in questi giorni viene represso violentemente.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, anche in Italia tutti i partigiani e i fascisti hanno dovuto
restituire le armi e ricostruire con la pace un futuro per l’Italia, la stessa pace che noi chiediamo
oggi anche per i popoli ucraino e russo. Lasciamo le armi e la guerra, coltiviamo la pace per un
futuro di speranza.