Blitz anti-mafia: 16 arresti. Uno a Viadana

BOLOGNA Morto un papa se ne fa un altro, e allo stesso modo incarcerato un boss se ne fa un altro, anzi altri tre. Tre come il numero dei Grande Aracri arrestati all’alba di ieri nel blitz anti-ndrangheta della Dda di Bologna nei confronti di persone coinvolte con la cosca Grande Aracri di Cutro, quella che fa capo a quel  Nicolino Grande Aracri già in carcere, processato e condannato all’ergastolo nei processi Aemilia e Pesci sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nel Mantovano e nel Reggiano. Il segnale è chiaro: la ‘ndrangheta non se n’è mai andata dal Nord. Ecco dunque il blitz per l’operazione Grimilde, scattato ieri all’alba e che ha portato all’arresto di 16 persone, tra le quali un mantovano,  Davide Gaspari, 42enne di Viadana. L’uomo è stato arrestao dagli agenti della Squadra Mobile di Mantova su mandato dei colleghi dello Sco di Bologna. Gli agenti mantovani lo hanno rintracciato a Brescello dopo averlo cercato invano a casa sua. Il gip di Bologna lo ha messo ai domiciliari. Secondo l’Antimafia Gaspari sarebbe una pedina importante del clan Grande Aracri nel Nord Italia, e risulta essere stato già arrestato in passato per reati simili. Epicentro dell’operazione è la provincia di Reggio Emilia e in particolare Brescello, comune già commissariato a suo tempo proprio per mafia. E il binomio mafia-politica risalta anche in questa operazione che ha visto tra i 16 arrestati un nome eccellente come quello di Giuseppe Caruso, attuale presidente del consiglio comunale di Piacenza, eletto nelle file di Fratelli d’Italia, ritenuto appartenente al gruppo mafioso al cui vertice c’era  Francesco Grande Aracri, 65 anni con i figli  Paolo e  Salvatore; tutti e tre arrestati ieri a Brescello. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. Eseguite anche perquisizioni e sequestri preventivi di società, beni mobili ed immobili, conti correnti riconducibili ai principali indagati.

Carlo Doda