Bonus Governo, dimenticati i lavoratori più a rischio

MANTOVA Quello del Bonus pensato dal Governo per aiutare i lavoratori atipici, precari e somministrati rischia di diventare un vero e proprio paradosso se si pensa, come evidenziato dalle polemiche di queste ultime settimane, che sembrerebbe più facile accedere a questa misura per figure altamente tutelate come quelle dei parlamentari rispetto ai moltissimi lavoratori precari e a rischio reddito. Cresce la preoccupazione dei sindacati FeLSA Cisl NIdiL Cgil UILTemp che rappresentano il mondo del lavoro meno tutelato: somministrati (ex-interinali), collaboratori coordinati e continuativi, occasionali e collaboratori sportivi, partite iva.
Anche Nidil Cgil Mantova denuncia questa situazione ed evidenzia che le misure adottate dal Governo per affrontare la crisi economica generata dal Covid-19 continuano ad allontanarsi dal proposito iniziale di non lasciare indietro nessuno. A dimostrarlo il cosiddetto ‘Decreto Agosto’ del Governo che “dimentica” ancora alcune delle categorie di lavoratori più fragili e, in attesa della ripresa, apre sempre di più lo scenario a un futuro pericolosamente incerto per tutti.
Una situazione che riguarda anche molti lavoratori mantovani appartenenti a queste categorie e che Nidil Cgil Mantova evidenzia: “A fronte di alcuni interventi positivi, come la proroga dell’indennità di disoccupazione e il rinnovo, per il mese di giugno, dell’indennità dedicata ai collaboratori sportivi – spiega Elena Turchi, coordinatrice provinciale di Nidil Cgil Mantova – stiamo segnalando che, ancora una volta, vengono lasciati indietro tanti tra i lavoratori più precari, le cui condizioni lavorative sembrano essere sconosciute a chi propone queste misure di sostegno. Molti di questi lavoratori sono stati in prima linea durante il periodo dell’emergenza: parlo dei rider che hanno sempre continuato a effettuare consegne a domicilio, delle colf e badanti con contratti Cococo che hanno assistito le famiglie, dei tanti lavoratori somministrati impiegati nella sanità pubblica. Anche se in misura differente si tratta di lavoratori che, per il solo motivo di essere inquadrati con tipologie contrattuali particolari, spesso non riescono ad accedere alle misure di sostegno introdotte dal Governo, oppure sono oggetto di condizioni di vera e propria disparità, come nel caso dei lavoratori somministrati della sanità pubblica. A questi lavoratori, a differenza dei colleghi assunti direttamente, non sono state riconosciute le maggiorazioni retributive previste dallo Stato e dalle Regioni per chi ha contribuito alla complessa gestione dell’emergenza sanitaria Covid 19. In merito a questo punto come Nidil Cgil abbiamo già organizzato in tutto il Paese manifestazioni e presidi con lo scopo di ottenere la parità di trattamento retributivo.”
Secondo i Sindacati, infatti, nel Decreto sono stati dimenticati di nuovo i collaboratori autonomi occasionali non iscritti alla Gestione separata Inps in quanto percettori di redditi inferiori ai 5.000 euro (spesso impiegati nei settori produttivi più colpiti dalla crisi come turismo, spettacolo, formazione e consulenza oppure come quelli del food delivery, considerati essenziali nei giorni più duri del lockdown). Esclusi dalle indennità Covid-19, si trovano senza reddito e senza lavoro dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
Dimenticati di nuovo i collaboratori coordinati e continuativi con contratti di lavoro “sospesi”, senza reddito ma non disoccupati: non rientrano tra i beneficiari delle indennità e neppure nella disoccupazione Dis-coll.
Stessa sorte, di nuovo, per i somministrati con contratto stagionale impiegati nei settori diversi dal turismo e dagli stabilimenti termali, “colpevoli” di essere dipendenti delle agenzie.
A ingrossare le fila delle categorie di lavoratori e lavoratrici abbandonati, ora, con il Decreto Agosto, troviamo anche i cococo e le partite IVA iscritte alla Gestione Separata Inps.
Nessuna risposta, inoltre, per migliaia di lavoratori e lavoratrici somministrati della sanità pubblica che hanno lavorato negli ospedali per combattere il virus e che, a differenza dei colleghi dipendenti pubblici, non hanno percepito le maggiorazioni previste dallo Stato e dalle Regioni. Una vera e propria discriminazione in barba al principio di parità di trattamento!

“Salvati” – e questo è un fatto positivo – i percettori delle indennità di disoccupazione Naspi e Dis-Coll scadute tra 1° marzo e 30 giugno, prorogate di altri due mesi. Tamponata la situazione dei lavoratori temporanei, compresi i somministrati, a cui in deroga al Decreto Dignità sono concesse proroghe e rinnovi senza causale per massimo 12 mesi, una sola volta e fino al 31 dicembre 2020.
Rinnovata l’indennità Covid-19 di 600 euro ai collaboratori sportivi, ma solo per il mese di giugno. Rifinanziati il REM che si potrà chiedere fino al 15 ottobre e il Fondo di Solidarietà Artigiani e Somministrati.
Insomma, la platea dei beneficiari delle misure di sostegno invece di ampliarsi e includere gli esclusi, si va sempre più riducendo, a fronte di prospettiva economiche ancora incerte.
FeLSA Cisl NIdiL Cgil UILTemp ribadiscono con forza che il tema che la crisi Covid ha mostrato con chiarezza è quello relativo alla necessità di costruire al più presto un sistema di ammortizzatori sociali che copra tutti i lavoratori al di là della tipologia contrattuale, sostenendoli nei periodi di disoccupazione e di calo delle attività.
Una volta ampliata la tutela economica e reddituale per le categorie attualmente escluse e dimenticate, si dovrà avviare un confronto serio sul tema della riqualificazione e ricollocazione occupazionale per tutti quei lavoratori temporanei che hanno perso il proprio lavoro.