MANTOVA Due anni e quattro mesi di reclusione, così come chiesto in requisitoria dal pubblico ministero. Questo quanto deciso ieri dal gup Giacomo Forte, all’esito del processo con rito abbreviato instaurato nei confronti di un 23enne italiano finito sul banco degli imputati circa i reati di lesioni personali, estorsione e spaccio di stupefacenti. Una vicenda approdata in un’aula tribunale e risalente all’ottobre del 2021 quando il giovane, in centro a Gonzaga, si era dato appuntamento con un amico al fine di dirimere alcune pregresse divergenze tra i due.
Motivo del contendere, stando all’ipotesi inquirente, sarebbe stato un vecchio debito di droga, ammontante a 400 euro, che l’altro non avrebbe provveduto a saldare all’accusato. Così, dopo un’animata discussione dalle parole sarebbero quindi passati in breve alla vie di fatto con scambio di colpi proibiti, proprio dinnanzi a un locale pubblico del paese dotato di sistema di videosorveglianza, che non aveva mancato di attirare l’attenzione di diverse persone.
Ed era stato proprio grazie all’acquisizione dei filmati delle telecamere dell’esercizio commerciale che i carabinieri si erano mossi per ricostruire quanto accaduto. Alla fine però, nonostante la rimessione di querela da parte di entrambi, nel frattempo riappacificatisi, l’iter processuale aveva comunque avuto corso stante le altre due accuse ascritte al 23enne – difeso dall’avvocato Stefania Magnani – e procedibili d’ufficio anche senza denuncia di parte della persona offesa.