MANTOVA C’era una volta il Covid. Sembra passato un secolo invece è solo da qualche mese che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria globale per il Covid. Ciononostante è sempre meglio tenere alta la guardia e ricordare quello che è successo per non ripetere gli errori inevitabilmente commessi, ma anche perché il virus non è ancora sparito completamente. Dall’ultimo report mensile dell’Osservatorio Epidemiologico di Ats Val Padana risulta che nello scorso mese di maggio nel Mantovano si sono registrato 441 nuovi casi, e che gli attualmente positivi alla data del 31 maggio scorso erano 252 (meno della metà rispetto ai 540 del mese precedente). “Dall’inizio della pandemia ad oggi – si legge nel report – oltre il 42% dei residenti nel territorio di Ats Val Padana ha avuto l’infezione da Covid-19. Il tasso in provincia di Cremona è leggermente più basso, probabilmente perché risente della scarsa capacità diagnostica della prima ondata che ha visto la provincia di Cremona tra le più coinvolte e che ha contribuito in parte ad una parziale immunizzazione della popolazione. L’ambito mantovano è quello che ha avuto il maggior numero di contagi in rapporto al numero di abitanti”. “Lo 0.10% dell’intera popolazione di Ats Val Padana – prosegue il report – si è positivizzata al Covid-19 nel corso del mese di maggio 2023. I ripositivizzati costituiscono il 36% del totale dei positivi”. Riguardo a questo aspetto non trascurabile il dato mantovano è di 160 ripositivizzati su 441 nel mese di maggio, vale a dire poco meno di un terzo del totale. In proporzione il numero maggiore di ripositivizzati appartiene alla fascia d’età 51-70 anni; sono 52 casi di Covid-bis in questa fascia. Quella con il numero più alto di ripositivizzati (62) è la fascia 19-50 anni, che però conta molti più soggetti che le altre fasce d’età.