Ciclabile di Catena, via ai lavori di un anno per il ponte sul porto

Da lunedì il cantiere sulla banchina sino al 4 febbraio 2020

MANTOVA  Anni e anni di discussioni e di braccio di ferro fra l’amministrazione e gli organismi di tutela ma adesso finalmente si comincia: il ponte su porto Catena sta per diventare realtà. Il cantiere sta infatti per essere insediato, e nel giro di un anno il passaggio dovrebbe diventare operativo.
L’ordinanza dirigenziale è già stata affissa all’albo pretorio a firma dell’ingegnere  Camine Mastromarino, e in essa ci sono tutte le specifiche delle concessioni e dei permessi, compresi quelli accordati alle maestranze che da lunedì si metteranno all’opera per collegare il tratto di via Fondamenta con l’argine maestro, nel quartiere di Fiera Catena. Tempi tecnici: 4 febbraio 2019 – 4 febbraio 2020. Queste infatti, secondo il cronoprogramma, le date di concessione per l’occupazione e la manomissione del suolo pubblico sul lungolago Gonzaga e in una porzione di banchina di accesso al porto, dove la ditta Lorenzo Capiluppi e la Veneto Montaggi daranno il via al cantiere.
Anche il traffico subirà le conseguenze dell’intervento urbanistico, ma in modo sopportabile, dato che il cantiere interesserà minimamente la carreggiata stradale, mentre a subire le conseguenze maggiori dei lavori saranno gli automobilisti in sosta. La stessa ordinanza comunale prevede infatti che la velocità veicolare, nel tratto interessato, soggetto a strettoia, sia limitata a 30 chilometri all’ora, mentre a partire dai due spazi di sosta a pagamento che precedono il passaggio pedonale di via Fondamenta sarà posto il cartello di divieto di parcheggio 0-24.
Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, quest’opera creerà un “ponte” ideale e in tutti i sensi di collegamento fra il quartiere di Fiera Catena e il centro; ponte da raggiungersi appunto nel modo più economico ed eco-compatibile: a piedi o in bicicletta. Del resto, aveva dichiarato lo stesso sindaco  Mattia Palazzi, un ponte per transito veicolare non sarebbe mai stato autorizzato dalla Soprintendenza al paesaggio.
Non ne è convinto il capogruppo del movimento 5 Stelle  Michele Annaloro, a detta del quale la stessa Sovrintendenza aveva già licenziato il piano Battisti negli anni ’80, e dunque non avrebbe opposto resistenze a un ponte utile per tutti, non solo per le biciclette, comunque prevedibilmente poche.